Ristrutturazione chiesa di San Biagio, don Nicola contro la Curia: interviene il sindaco

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SANT’AGNELLO. Un braccio di ferro che va avanti da anni quello tra don Nicola De Maria e la Curia. Ora, però, nella vicenda interviene il sindaco di Sant’Agnello, Piergiorgio Sagristani. Il primo cittadino ha chiesto all’arcivescovo, Francesco Alfano e al parroco, don Natale Pane, di ristrutturare la cappella di San Biagio, chiusa dal 24 novembre scorso perché a rischio crollo. Sagristani ha poi sollecitato i vertici della chiesa locale di trovare al più presto una nuova sistemazione per don Nicola De Maria, che ancora soggiorna nella canonica alle spalle della chiesa di cui è rettore.

Sindaco Sagristani

“Gli interventi di manutenzione di questo luogo di culto, così caro ai santanellesi non possono essere più rinviati – spiega il sindaco -. Il cantiere dev’essere aperto al più presto soprattutto per tutelare la pubblica e la privata incolumità. Spero di poter annunciare, nel giro di pochi giorni, l’inizio dei lavori che restituiranno alla città un pezzo fondamentale della sua storia e della sua cultura religiosa”.

arcivescovoAlfano

Da parte sua, l’arcivescovo Alfano ha assicurato il massimo impegno per trovare una sistemazione adeguata all’80enne don Nicola De Maria, che nella canonica ha ospitato per anni persone bisognose e senza fissa dimora guadagnandosi l’appellativo di “prete dei clochard”.

Attualmente, però, la chiesa di San Biagio è off-limits. Lo scorso 24 novembre, infatti, le infiltrazioni di pioggia nel tetto e il crollo di alcune tegole, spinsero i vigili del fuoco a disporne l’immediata chiusura al pubblico, in attesa della definitiva messa in sicurezza.

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Per le opere di ristrutturazione della cappella è in corso addirittura una causa davanti al Tribunale di Torre Annunziata. Tre mesi fa, dopo aver accusato le autorità civili e religiose di non impegnarsi abbastanza, don Nicola ha citato in giudizio don Natale Pane e monsignor Francesco Alfano per ottenere il denaro necessario per i lavori alla chiesa. Secondo De Maria, assistito dall’avvocato Pierfrancesco Rina, le risorse sarebbero indebitamente trattenute dal parroco. Mentre l’arcivescovo, sinora, nulla avrebbe fatto, don Natale Pane si è più volte difeso: “Il legale rappresentante della chiesa sono io. C’è anche una sentenza che lo accerta – ha ribadito il parroco -. Ho aperto un conto corrente intestato alla cappella, sul quale sono depositati i soldi disponibili”.

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