Piano di Sorrento. Operazioni di voto sospese per ricordare le vittime del sisma dell’80

Hanno accolto l’invito del sindaco ed hanno sospeso per un minuto le operazioni nelle sezioni impegnate per il voto delle regionali 2025. È così che presidenti di seggio, scrutatori ed elettori di Piano di Sorrento hanno ricordato le vittime del terremoto del 1980.

Ieri sera, alle 19.34 in punto, esattamente alla stessa ora del sisma di 45 anni fa, le attività sono state interrotte in segno di rispetto per le quasi tremila vittime di quella tragica giornata, 10 delle quali persero la vita proprio a Piano di Sorrento.

A lanciare l’appello per un momento di ricordo il primo cittadino di Piano di Sorrento, Salvatore Cappiello. Invito raccolto dai componenti i 13 seggi elettorali della città ed anche dai tanti cittadini che proprio in quel momento stavano esercitando il loro diritto-dovere al voto.

Questa la lettera inviata dal primo cittadino ai seggi della città della penisola sorrentina:

Care scrutatrici, cari scrutatori, cari presidenti e segretari di seggio, cari concittadini,
Vi scrivo per chiedervi un gesto semplice ma profondo: domenica 23 novembre, alle ore 19.34, nel pieno delle operazioni di voto per le elezioni Regionali, fermatevi per un minuto di silenzio. Un minuto per ricordare. Un minuto per non dimenticare.​
Quarantacinque anni fa, esattamente in quel momento, la terra tremò con una violenza inimmaginabile. Era domenica anche allora, il 23 novembre 1980. Una giornata bellissima, quasi irreale: cielo azzurro, nessuna foglia mossa dal vento, una temperatura mite. Al tramonto, il cielo si tinse di un rosso inconsueto. Poi, alle 19.34, l’inferno.​

Quel minuto che cambiò tutto
In un solo minuto, quello che sembrava impossibile divenne realtà. Due palazzi a Piano di Sorrento, in via Cassano e in via Ripa di Cassano, si sbriciolarono come castelli di sabbia. Dieci persone persero la vita nel nostro paese: Lucia Cappiello di 83 anni, Carolina Quinto di 78 anni, Angela Carotenuto di 38 anni, le sue figlie Dora e Maria, di 18 e 16 anni, Antonietta e Maria Concetta Terranova di 39 e 42 anni, il piccolo Antonino Martorelli di appena 12 anni, Matteo Conte di 33 anni e Andrea del Vecchio di 47 anni.​
Dieci nomi, dieci vite spezzate, dieci famiglie distrutte. Il tributo più alto di vite umane dell’intera Penisola Sorrentina.​
Un giovane di 22 anni, Roberto De Simone, stava tornando a casa in auto quando vide nello specchietto retrovisore una visione orribile: il palazzo che aveva appena superato crollava sulla strada, seppellendo l’auto e il conducente che aveva sorpassato pochi metri prima. “Io ho accelerato, mi sono fermato soltanto dopo un chilometro. Sono balzato fuori gridando e tornando indietro a piedi, di corsa”, raccontò. Sotto quelle macerie trovarono le sorelle Carotenuto, Dora e Maria, strappate alla vita troppo presto.​

La memoria che ci unisce
So che molti di voi non erano nemmeno nati nel 1980. Per questo è ancora più importante che domenica, proprio mentre adempiamo al nostro dovere democratico, ci fermiamo a ricordare. Quel terremoto provocò in totale 2.735 morti in tutto il Sud Italia. Piano di Sorrento pianse 10 vittime, 37 feriti, 1.600 persone senza tetto. Dodici fabbricati crollarono completamente, 24 semicrollarono, 330 edifici furono lesionati per un totale di 1.152 appartamenti danneggiati.​
La gente fuggì terrorizzata, passò la notte all’aperto, nelle auto, cercando riparo dove poteva. Mancava la luce, l’acqua, i viveri. Eppure, in mezzo al dolore, fiorì qualcosa di straordinario: la solidarietà. Centinaia di volontari, amministratori, forze dell’ordine, semplici cittadini scavarono con le mani tra le macerie, incuranti del pericolo.​
Il nostro Sindaco dell’epoca, l’architetto Antonino Gargiulo, disse ai funerali delle vittime parole che risuonano ancora oggi: “Nel ricordo di chi ha perduto la vita, riteniamo nostro preciso dovere ricostruire questo paese nel quale siamo nati, siamo vissuti e vogliamo continuare a vivere”.​

Un gesto che ci rende comunità
Domenica, mentre saremo impegnati a garantire il diritto di voto ai nostri concittadini, avremo l’opportunità di onorare quella memoria. Alle 19.34, fermiamoci insieme. Solo un minuto, ma un minuto che dice: noi non dimentichiamo. La vera tragedia non è morire, ma dimenticare. E noi non dimentichiamo.​
Sarà un momento di raccoglimento collettivo, un filo invisibile che ci legherà ai nostri predecessori, a chi ha sofferto, a chi non c’è più, ma anche a chi ha ricostruito con coraggio questo paese che oggi ci ospita nei seggi elettorali.​
Vi chiedo di condividere questa richiesta con tutti i presenti al seggio: elettori, rappresentanti di lista, chiunque si trovi con voi in quel momento. Spiegate loro perché ci fermiamo, raccontate anche solo una delle storie che vi ho narrato.​
La democrazia che domenica celebreremo con le elezioni si nutre anche di memoria, di comunità, di rispetto per chi ci ha preceduto. In quel minuto di silenzio, mentre pensiamo a Lucia, Carolina, Angela, Dora, Maria, Antonietta, Maria Concetta, Antonino, Matteo e Andrea, ricorderemo che siamo qui, vivi, con il dovere di custodire la loro memoria e di costruire un futuro migliore.​
Grazie per questo gesto di civiltà e di cuore.

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