Ancora una volta rilevati abusi edilizi nell’ambito di un struttura balneare della penisola sorrentina. Stavolta nel mirino finisce l’Antico Bagno Nettuno di Piano di Sorrento. Ieri mattina il personale della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, agli ordini del comandante Andrea Pellegrino, ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica oplontina, avente ad oggetto la struttura turistica ad insegna “Antico Bagno Nettuno”, situata in localita porto di Marina di Cassano del Comune di Piano di Sorrento, in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici ed ambientali, essendo stata dichiarata di notevole interesse pubblico.
Si procede per i reati relativi a violazioni in materia edilizia, urbanistica e paesaggistica ed anche del codice della navigazione per quanto concerne l’occupazione abusiva del demanio marittimo. Risultano indagati il legale rappresentate della società “La Scogliera di Cosenza Augusto & C. sas”, in qualità di soggetto titolare della concessione demaniale marittima dell’area dove insiste la struttura sottoposta a sequestro, ed un altro soggetto quale committente e diretto interessato dell’attività elioterapica e di ristorazione, nonché socio della società.
Le indagini, espletate dal personale dipendente dalla Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, si sono avvalse dell’ausilio di personale tecnico dell’Utc del Comune di Piano di Sorrento ed hanno permesso di accertare, come riporta una nota della Procura, “che, rispetto ai titoli rilasciati erano state realizzate ulteriori e diverse opere abusive, eseguite in assenza di titoli autorizzativi in materia urbanistica e demaniale”.
Inoltre, le opere sono state realizzate senza il preventivo deposito degli atti progettuali presso l’ufficio del Genio Civile e senza la direzione dei lavori da parte di un tecnico competente. Gli accertamenti tecnici hanno fatto emergere che la tipologia costruttiva dell’opera, di 1125,52 metri quadrati, anziché essere di facile rimozione, presentava tutte le caratteristiche di opera non a carattere temporaneo, il tutto in violazione dei titoli demaniali rilasciati da parte delle autorità competenti.





