Piano casa bocciato, la Ceps chiede 5 milioni al Comune di Sorrento

La Cooperativa Edilizia Penisola Sorrentina (Ceps) ha dato mandato all’avvocato Massimo Mandara di chiedere al Comune di Sorrento e ai suoi dirigenti tecnici il risarcimento dei danni subiti per non aver potuto realizzare gli appartamenti in località Atigliana, a Sorrento.

Lo scorso mese dil maggio il Consiglio di Stato ha definitivamente annullato il Permesso a Costruire rilasciato dal Comune di Sorrento, su istanza della Ceps per il cosiddetto piano casa, la Legge regionale n.19/2009, attraverso un Commissario ad Acta, dopo 10 anni di attesa e tentennamenti, sulla base di atti insufficienti e/o lacunosi fatti dal Comune in quegli anni.

Un progetto edilizio realizzato dagli architetti Roberto Brancaccio e Guido Coluccio, che doveva sorgere sul suolo di proprietà della cooperativa, pagato a peso d’oro nel lontano 1992, con l’obiettivo di varare una 167, con il contributo del Comune. Case di edilizia popolare dignitose, da destinare agli iscritti alle cooperative sorrentine. Ma così non è stato. Poi l’arrivo della nuova legge regionale, sul piano casa, che apriva alla cooperativa nuove prospettive, ma nuovamente infrante.

“Abbiamo dato mandato all’avvocato Massimo Mandara di avviare un’azione legale di danni per violazione dell’affidamento nel conseguimento del bene della vita da promuoversi nei confronti del Comune di Sorrento, in varie sedi, nonché nei confronti del dirigente responsabile, al fine di poter conseguire un risarcimento quantificabile in almeno 5 milioni di euro, a compensazione minima dei danni subiti dai 48 nostri soci e dalle loro famiglie”, spiega il presidente della Ceps, Nicola Esposito.

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