Penisola sorrentina: Lotito: Fermare la food-gentrification

“Negli ultimi anni, un fenomeno sempre più evidente sta cambiando il volto delle nostre città turistiche: la perdita di qualità e autenticità in molti servizi”. Ad affermarlo è Rosario Lotito, candidato al Consiglio regionale per Avs.

“La penisola sorrentina è uno degli esempi più emblematici – aggiunge Lotito -. Qui assistiamo a un processo di gentrificazione che sta trasformando i nostri centri storici e i luoghi identitari in vetrine per un turismo sempre più invadente, spesso a discapito dei residenti e della qualità della vita. A questa deriva si è aggiunta la food-gentrification: l’esplosione incontrollata di locali, bar e ristoranti fotocopia che snaturano la nostra identità gastronomica”.

“Oggi quasi tutti propongono gli stessi piatti, spesso con materie prime di qualità mediocre, mentre le vere ricette della tradizione rischiano di scomparire aggiunge l’esponente politico -. La cucina locale, un tempo ricca, radicata, legata ai prodotti della nostra terra, si è uniformata a un turismo di massa frettoloso, dove conta solo la quantità e non la qualità. Il risultato è un appiattimento dell’offerta gastronomica e culturale, che impoverisce l’immagine della Penisola e rende più fragile la nostra economia. Un turismo “mordi e fuggi” genera infatti ricchezza effimera, concentrata in poche mani, e lascia dietro di sé precarietà, perdita di identità e consumo del territorio”.

Serve un nuovo patto per la qualità, la sostenibilità e la comunità locale, che metta al centro le persone, i lavoratori e le imprese autentiche del territorio.

Le proposte di Lotito per un modello diverso di sviluppo turistico e gastronomico.
– Tutela delle attività storiche e artigianali.
Sgravi fiscali, riduzioni dei canoni di locazione e bandi regionali dedicati a chi valorizza i prodotti tipici, le filiere corte e la produzione locale.
– Marchio di qualità territoriale.
Creare un marchio basato su criteri chiari: uso di prodotti locali, rispetto delle ricette tradizionali, sostenibilità ambientale e sociale.
– Formazione e sensibilizzazione degli operatori.
Promuovere corsi, laboratori e percorsi di aggiornamento per ristoratori e operatori turistici, in collaborazione con le scuole alberghiere e gli istituti professionali del territorio.
– Reti locali di produttori e ristoratori.
Favorire sinergie tra chi produce e chi cucina, per rafforzare le filiere corte e garantire redditività e trasparenza.
– Partecipazione dei cittadini.
Coinvolgere residenti e associazioni nella pianificazione turistica e urbana, per ridare voce alla comunità nei processi decisionali.
– Strumenti digitali per la valorizzazione del territorio.
Creare una mappa interattiva delle attività autentiche, certificate per qualità, sostenibilità e legame con il territorio.

Il nodo centrale è cambiare modello, passare da un turismo quantitativo a uno qualitativo, sostenibile e identitario, dove il valore non nasce dal numero di visitatori ma dall’esperienza autentica che offriamo – conclude Lotito -. Serve un piano condiviso e di lungo periodo, tra Comuni, Regione, associazioni di categoria e cittadini, capace di fissare obiettivi concreti a 5–10 anni. La penisola sorrentina non può essere solo una cartolina: deve tornare a essere una comunità viva, che produce cultura, lavoro dignitoso e qualità della vita. Difendere la nostra identità significa difendere il diritto di vivere bene nei luoghi in cui siamo nati”.

Share this post

Scarica l’app SorrentoPress per rimanere sempre aggiornato
Download on app storeDisponibile su Google Play