PIANO DI SORRENTO. Un colpo di vanga alla testa. E’ così che Salvatore Amuro, come ha egli stesso confessato, lo scorso mese di dicembre ha ucciso il fratello Francesco nel loro podere di Piano di Sorrento, per poi scioglierne il corpo nella soda caustica. Inquirenti e investigatori non hanno dubbi: si è trattato di omicidio volontario e premeditato. La difesa, invece, ritiene che la badilata potrebbe essere stata sferrata dal 53enne, notoriamente diabetico, in seguito a un improvviso calo di zuccheri. E’ questa l’ipotesi intorno alla quale ruota la richiesta di rito abbreviato condizionato formulata da Susanna Denaro, avvocato di Salvatore Amuro.
La penalista ha chiesto che l’uomo venga giudicato al termine dell’udienza preliminare, ma dopo una serie di accertamenti tra i quali una perizia diabetologica. Amuro è un soggetto glicemico ed eventuali repentini cali di zuccheri potrebbero influire sulla capacità di controllo degli impulsi. Secondo la difesa, quindi, potrebbe essere questa la circostanza che ha spinto il 53enne a colpire il fratello con la vanga.
Per ora è solo un’ipotesi quella avanzata dal legale, ma se dovesse trovare riscontro al termine della perizia, alleggerirebbe la posizione dell’indagato al quale sono attualmente contestati reati come l’omicidio volontario premeditato e aggravato dal legame di parentela con la vittima, la soppressione e l’occultamento di cadavere. La strategia dell’avvocato Denaro è chiara: dimostrare che l’assassinio non è stato volontario né premeditato. Sempre in questa prospettiva la penalista ha chiesto che Salvatore Amuro sia sottoposto anche a perizia psichiatrica e che nel fascicolo d’indagine vengano inseriti i certificati medici dai quali si evince come il 53enne è affetto da diabete.
L’udienza in merito presso il Tribunale di Torre Annunziata è fissata per il prossimo 24 novembre. In quella data sarà il giudice Giovanni De Angelis a decidere se disporre il rito abbreviato subito o subordinandolo agli ulteriori atti d’indagine suggeriti dalla difesa. Scartata l’ipotesi del giudizio immediato che il pm Antonella Lauri aveva chiesto in un primo momento, ritenendo schiaccianti le prove raccolte dai carabinieri a carico dell’indagato. Intanto Salvatore Amuro resta rinchiuso nel carcere di Poggioreale.