Obbligo green pass, ristoranti di Sorrento pronti ma gestori preoccupati

Lettori all’ingresso e personale addetto esclusivamente alla verifica del Codice QR e delle generalità insieme al controllo della temperatura corporea. Da venerdì prossimo, l’Italia entra ufficialmente nell’era del green pass ed i locali pubblici si stanno organizzando per non farsi trovare impreparati. Ricordiamo che la certificazione verde viene rilasciata a chi è stato vaccinato o ha ottenuto un risultato negativo al test molecolare o antigenico nelle ultime 48 ore o è guarito dal Covid-19.

Il green pass dal primo luglio è valido come EU digital Covid certificate e rende più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen. In Italia è richiesto per partecipare alle feste per cerimonie civili e religiose, accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in zona rossa o arancione.

Inoltre, come spiega il sito del governo dedicato, “dal 6 agosto servirà per accedere a qualsiasi tipo di servizio di ristorazione al tavolo al chiuso, spettacoli, eventi e competizioni sportive, musei, istituti e luoghi di cultura, piscine, palestre, centri benessere, fiere, sagre, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali e ricreativi, sale da gioco e casinò, concorsi pubblici”. Per la socialità, insomma.

Per questo moltissime attività dei più disparati settori si stanno dando da fare per essere pronte per l’appuntamento. In particolare i pubblici esercizi. A Sorrento quasi tutti i ristoranti dispongono di spazi all’aperto, quindi possono selezionare la clientela: chi ha il certificato dentro, chi ne è sprovvisto sui tavoli posizionati all’esterno. Decisamente più complicata la situazione per chi può contare solo sulla propria sala per l’accoglienza degli avventori. È il caso del Zi’ Ntonio che sorge in un antico palazzo a pochi passi da piazza Tasso.

“Ancora una volta le istituzioni ci hanno passato una patata bollente lavandosene le mani – spiega il titolare, Mariano Russo -. Mia moglie, che era addetta all’accoglienza, si farà carico del controllo del green pass, mentre abbiamo affisso una cartellonistica specifica anche in lingua inglese. Purtroppo perderemo una buona fetta di clientela, ossia tutte quelle famiglie con figli da 12 anni in su”.

Russo a proposito della certificazione si pone un interessante interrogativo: “Posso venire da Napoli con la Circumvesuviana senza alcuna restrizione in un treno pigiato come le sardine ma poi appena arrivato a Sorrento per entrare in un ristorante al chiuso devo avere il green pass? Non mi sembra giusto”.

Nel centro di Sorrento c’è anche Il Buco, una stella Michelin. “Ci siamo organizzati sistemando accanto all’apparecchio che misura la febbre il lettore del green pass – spiega lo chef Giuseppe Aversa -. Noi siamo comunque avvantaggiati perché già abbiamo una hostess addetta all’accoglienza e quindi la procedura è facilitata. Ciò non toglie che mettiamo in conto tanta confusione almeno nei primi tempi, quando arriveranno persone che non hanno il certificato verde e vorranno tutti sedersi fuori”.

Ma sarà ancora più complicato con gli stranieri. “Già per venire qui – sottolinea Aversa – devono sottoporsi tamponi e controlli e qualcuno anche alla quarantena, ma non tutti hanno il green pass, per cui possiamo già immaginare le proteste e le discussioni. Però se questa è la strada verso il ritorno alla normalità non possiamo fare altro che adeguarci e sperare che tutto vada per il meglio”.

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