Microspie al Comune di Sorrento, le piste seguite nelle indagini

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SORRENTO. Chi spiava il Comune di Sorrento? Tra gli amministratori pubblici cittadini si sta manifestando una vera e propria psicosi. Tensione nata dopo il rinvenimento negli uffici del Palazzo Municipale di due apparecchi in grado di carpire i contenuti delle conversazioni, soprattutto di quelle più riservate. Uno era stato piazzato nella stanza del primo cittadino, Giuseppe Cuomo e l’altro nella sala riservata alle riunioni della Giunta. Uffici dove si prendono le decisioni più rilevanti in merito all’amministrazione della città di Sorrento.

Locali liberamente accessibili solo ad un gruppo molto ristretto di persone. Eppure qualcuno è riuscito a raggiungerli e a disporre del tempo necessario ad installare i sofisticati microfoni – della dimensione di una monetina da 10 centesimi – all’interno dei vani che ospitano gli impianti elettrici.

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Dopo il ritrovamento dei radiotrasmettitori ad opera del comandante della polizia municipale, Antonio Marcia, è stata eseguita una sorta di bonifica di altri uffici del Comune di Sorrento, ma non sono state trovate ulteriori “cimici”. Così come non è stato individuato neanche il ripetitore che, secondo gli esperti, è necessario per rilanciare il contenuto delle intercettazioni al di fuori dell’edificio. Il segnale trasmesso dalle microspie, infatti, copre un raggio alquanto limitato, nel giro di pochi metri, per cui senza un amplificatore sarebbe stato impossibile ascoltare quanto ascoltato dai microfoni senza essere fisicamente presenti all’interno della struttura.

Si tratta, comunque, di aspetti sui quali indagano i carabinieri della compagnia di Sorrento dopo la denuncia sporta dal sindaco Cuomo. Qualche risposta ai tanti quesiti sul tavolo potrebbe arrivare grazie ai numeri di serie impressi sulle microspie ed alle testimonianze delle persone abilitate ad accedere all’ufficio del sindaco ed alla sala della Giunta. È da questi due punti che gli uomini del capitano Marco La Rovere hanno dato il via alle indagini per risalire a chi ha innescato quella che ormai è diventata la spy-story sorrentina.

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Intanto in città la domanda sulla bocca di tutti è: “chi ha piazzato i radiotrasmettitori?”. «Che idea mi sono fatto – ha detto ieri a riguardo il sindaco Cuomo -? Non lo so se le microspie hanno a che fare con la vicenda delle dimissioni dell’assessore. Non so neppure chi le abbia piazzate. Se le ha fatte mettere la Procura o se sono stati altri organi inquirenti, la cosa non mi preoccupa. Sono tranquillo. Se sono stati altri, però, mi chiedo chi. E questo dovrà essere ora accertato”.

Il primo cittadino fa riferimento all’inchiesta sull’assegnazione di loculi del cimitero che vede coinvolto Raffaele Apreda, che per questo ha lasciato la Giunta. Senza dimenticare che c’è la questione delle autorizzazioni al Filou, locale notturno del centro, che vede il coinvolgimento di un altro assessore, Mario Gargiulo, e di alcuni funzionari del Comune e di organi esterni. C’è anche la vicenda delle autocertificazioni in merito alle incompatibilità nella quale sono implicati 20 amministratori pubblici attuali e del passato. Una serie di inchieste che potrebbero aver spinto la Procura a far piazzare i microfoni nel tentativo di cogliere colloqui incriminanti.

Ma non è l’unica pista. Come evidenzia lo stesso Cuomo, infatti, non si può escludere l’ipotesi che ad agire sia stato qualcuno mosso da intenti politici. Soggetti che osteggiano l’amministrazione in carica ed intenzionati a farla cadere a tutti i costi. Anche ricorrendo a sistemi che in questo caso sarebbero illeciti. A Sorrento si resta con il fiato sospeso in attesa di risposte.

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