Meta. Pino rimosso per far posto al chiosco-bar, Wwf all’attacco e replica del sindaco

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“Era in ottimo stato di salute, sopravvissuto alla micidiale cocciniglia, piantato nemmeno sei anni fa, ma pare che a Meta la vita media di un albero si abbassi sempre di più: periodicamente gli alberi vengono capitozzati, danneggiati, spostati, rispostati, abbattuti, fatti morire, comprati e sostituiti e intanto l’economia gira assieme agli alberi in un valzer senza fine di ulivi, corbezzoli, melograni, ficus, carrubi, pini, platani, cercis, ippocastani, betulle e chi più ne ha più ne metta”. È la nuova denuncia del Wwf Terre del Tirreno in merito alla gestione del verde pubblico in penisola sorrentina. Questa volta la questione riguarda un pino rimosso da una piazza di Meta per fare posto ad un chiosco-bar.

“Quell’albero era giovane, sano e assolutamente affascinante in quella posizione, visibile scendendo dal bar Antonietta lo si intravedeva dopo l’archetto, percorrendo i gradoni si protendeva sul percorso accogliendo i visitatori con la sua preziosa ombra – si legge in una nota degli ambientalisti -. Era stato di recente potato ed “alleggerito” in eccesso forse in previsione del trapianto?”.

Il WWF Terre del Tirreno era stato allertato l’altro ieri in tarda serata da alcuni cittadini. “Dopo la segnalazione che ci appariva tanto azzardata quanto assurda (“Vogliono togliere un albero per sostituirlo con un chiosco bibite”) abbiamo immediatamente fatto un sopralluogo con un esperto e contattato in tempo reale il sindaco di Meta, Giuseppe Tito, che ci ha rigirato per “spiegazioni” al Responsabile dell’Utc Diego Savarese a cui abbiamo inviato una nota, all’attenzione anche del primo cittadino e dell’assessore all’Ambiente, chiedendo delucidazioni e diffidando dall’eliminare l’albero. Stamane la triste sorpresa: l’albero non c’era più”.

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“Veniamo da un triste periodo di tre anni di emergenza Covid – scrivono ancora dall’associazione del panda – il pianeta sta prendendo fuoco con temperature mai registrate prima d’ora, i venti di guerra dall’Ucraina soffiano su tutti noi e c’è ancora chi si impegna per eliminare alberi dalla città?”.

Il sindaco ha subito replicato con un post apparso sui social chiarendo che non si è trattato di alcun “blitz”: “L’amministrazione comunale di Meta non è solita fare blitz. In meno di 24 ore l’ufficio preposto ha prontamente riscontrato i dubbi sollevati dalla associazione Wwf. L’albero è stato semplicemente reimpiantato in altro sito e, al momento, gode di ottima salute”.

La nota dell’architetto Diego Savarese è giunta via Pec, ad operazione conclusa, anche al Wwf. “A ben leggere la nota, tuttavia, la tristezza è davvero tanta – dichiara Claudio d’Esposito presidente del Wwf Terre del Tirreno – ritengo biasimevole che si elimini un albero per sostituirlo con un bar, si sarebbe tranquillamente potuto “disegnare” e “realizzare” un chiosco/bar “ad hoc” mantenendo in sito l’albero, che avrebbe impreziosito e ombreggiato il piazzale e lo stesso chiosco. La nostra associazione è stata compulsata da tantissime persone, già inalberate per la sostituzione recente degli storici lampioni in ghisa con moderni e orribili dischi neri a led. Dalla nota a firma dell’architetto Diego Savarese, dalla quale appare che l’operazione sarebbe stata autorizzata anche dalla Soprintendenza, si chiarisce che l’albero è stato eliminato per far posto ad un chiosco provvisorio che resterà in sito dal 1° marzo al 31 ottobre per la durata di anni 6+6.

È chiaro che è un discorso di cultura oltre che di priorità: paesaggio, verde & ossigeno vs bibite & gelati? Sulle modalità e sui tempi del trapianto “stante il favorevole momento agronomico per la messa a dimora” c’è da capire se tale assurda considerazione sia frutto dell’esperienza del responsabile architetto Savarese o, piuttosto, sia stata supportata da qualche “esperto del ramo” assoldato per l’occasione.

Trapiantare un albero di quelle dimensioni a primavera iniziata è una follia. Inoltre nel caso fortunoso che quell’albero non secchi fra qualche giorno, come si pensa di tenerlo in piedi negli anni a venire? Ricordo che un abete robusto e leggermente inclinato di 60 anni, in piazza Vittorio Veneto, con un danno stimato al 10% delle radici è stato eliminato in tronco dopo analisi e controanalisi, perchè giudicato “pericoloso” dall’agronoma pagata dal Comune. Quante radici pensate siano rimaste all’albero di pino “trapiantato con ogni accortezza” nella piccola aiuola dall’esperto di turno? Infine, in quanto al sito prescelto, una fioriera in località “Conca”, si è accorto l’esperto che quell’albero ha una montagna in testa e necessariamente se vorrà crescere dovrà inclinarsi verso ovest? Insomma l’ennesima pantomima ai danni della Natura e del paesaggio per vendere bibite e gelati e favorire qualche imprenditore che si è aggiudicato l’appalto. Le stesse rassicurazioni del sindaco che afferma “L’albero è stato semplicemente reimpiantato in altro sito e gode di ottima salute” rischiano di essere un’offesa all’intelligenza dei cittadini.

Col Wwf abbiamo fatto accesso agli atti dell’intero fascicolo – conclude d’Esposito – e valuteremo ogni eventuale azione da intraprendere”.

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