“Quello che è successo stamattina al treno Napoli-Sorrento è qualcosa che difficilmente noi passeggeri riusciremo a dimenticare, roba da far impallidire i reduci dal Vietnam”. Comincia così il post pubblicato sulla pagina Facebook “Circumvesuviana. Guida alle soppressioni e ai misteri irrisolti”. L’ennesima giornata di passione per gli utenti, insomma.
“Il treno, causa avaria, è arrivato a Pioppaino con più di 20 minuti di ritardo; dopo 10 minuti di attesa in stazione – con una leggera puzza di bruciato nell’ultimo vagone – ci siamo accorti che c’era qualcos’altro che non andava: un signore aveva avuto un mancamento e ora giaceva seduto sulla banchina mentre il personale Eav gli prestava prontamente soccorso – la ricostruzione dell’accaduto -. Dopo aver chiamato i soccorsi, il capotreno ha dato il via libera per ripartire”.
Ma la via crucis è solo all’inizio. “A quel punto del viaggio sembrava d’aver già confezionato la storia perfetta da raccontare ai nipotini, ma con la Vesuviana il concetto di “incredibile” non è mai al sicuro – conferma l’autore del post -. Il treno arriva a Meta ed ecco il capolavoro finale: le porte degli ultimi vagoni non si aprono, sono bloccate. Alcuni passeggeri vanno nel panico, nel frattempo l’ultima porta viene aperta, quelli che devono scendere a Meta trovano l’uscita, il resto dei passeggeri non sa che fare. Il flusso dei viaggiatori in fuga dal treno si scontra con il flusso di quelli che non vogliono abbandonare la nave. Dopo minuti concitati, un eroico studente del Nautico decide di tirare una leva d’emergenza e sblocca una delle porte facendo uscire tutti.
Nel tripudio generale ci riversiamo sulla banchina e il capotreno ci comunica che il treno è ufficialmente in avaria ma che c’è un altro treno sul secondo binario pronto a ripartire verso Sorrento. Ci fondiamo tutti nel sottopassaggio, il treno è già pieno ma non ci perdiamo d’animo, alcuni riescono ad entrare, altri no”.
Manca solo la ciliegina sulla torta: “Arrivo a Piano di Sorrento con più di un’ora di ritardo – conclude la narrazione -. Quando mi trovo sulla strada principale della città riesco anche a imbattermi in una “morale finale”: vedo arrivare tutti gli studenti del Nautico che avevano deciso di farsela a piedi da Meta a Piano, ed avevano impiegato il mio stesso tempo in treno”.