Massa Lubrense. Un libro sul naufragio della Calino

Venerdì 29 agosto, alle ore 19, sul sagrato-belvedere della chiesa di Marciano, a Massa Lubrense, con un tuffo nel recente passato della penisola sorrentina, si terrà la presentazione del libro di Giovanni Di Trapani “Nella scia della Calino: memorie del Silenzio”. Descriveranno l’opera, insieme all’autore, Sergio Fiorentino, assessore alla Cultura, l’assessore all’Ecologia, Sonia Bernardo nel ruolo di moderatrice, il presidente della locale sezione dell’Archeoclub, Stefano Ruocco, e Lucio Cacace, presidente Area marina protetta Punta Campanella.

La motonave Calino, entrata in servizio nella primavera del 1940 con la società di navigazione Adriatica, viene requisita dalla Regia Marina a Venezia per essere impiegata come nave da trasporto di merci, rifornimenti e truppe. Nella notte del 10 gennaio 1943 la Calino si trova in convoglio con il piroscafo Ankara, entrambe scortate dai cacciatorpediniere Gioberti, Granatiere e Pigafetta, quando alle ore 5:30 urta una mina ancorata al largo di Punta Campanella e cola a picco, il giorno successivo, alle prime ore dell’alba.

Ottantadue anni prima, il 4 marzo 1861, nelle stesse acque tra Punta Campanella e Capri, era affondato in circostanze mai chiarite il piroscafo “Ercole” sul quale viaggiava il tesoriere della Spedizione dei Mille, Ippolito Nievo. Così come il nipote di Nievo, Stanislao, che finanziò la ricerca dei resti del piroscafo, così Giovanni Di Trapani ha avviato il “Progetto Calino” che mira a recuperare il patrimonio immateriale legato a quell’evento e ad altre storie similari di cui si è persa la memoria.

“Erano i nostri padri, i nonni, gli zii e la loro memoria corre il rischio di essere cancellata per sempre – spiega l’autore -. Molti, tornati a casa non parlarono mai di quel che avevano vissuto, dei momenti di paura e di coraggio di cui erano stati protagonisti. Il nostro scopo è di narrare le loro storie e recuperare immagini storie, testimonianze rimaste nel cassetto, prima che quel cassetto venga scaricato nei rifiuti da chi oblia la memoria dei nostri antenati ignorando che in quelle storie affondano le nostre radici”.

Poi Di Trapani lancia un appello: “Condividete con noi le storie dei vostri parenti imbarcati, lo chiediamo con la certezza che vedere pubblicate le loro immagini, le loro storie contribuirà a comporre un fantastico mosaico di coraggio, senso del dovere e del servizio, capacità di sacrificarsi per i compagni e per il bene superiore che non mancheranno di ispirarci”.

Il “Progetto Calino” sembra fatto su misura per il mare della penisola sorrentina, il “Mare delle Sirene”, dove le tragedie (quelle legate ad eventi naturali come ad episodi bellici) sono state registrate in ogni epoca rinfocolando la cattiva fama delle ribollenti acque della costiera. I fondali a ridosso di Punta Campanella sono piene di relitti e testimonianze di antichi e moderni naufragi: dalla retroguardia della flotta romana di Ottaviano Augusto (36 a.C.), all’inabissamento del cargo nei pressi del Vervece dei primi del ‘900; dal sottomarino inglese che si celava tra i tre isolotti de Li Galli per bombardare le navi di passaggio, alla Giovannina affondata l’ll settembre del ’43 sotto il tiro dell’artiglieria tedesca.

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