Massa Lubrense. Al via il restauro della cappella di San Sossio

Dodici anni fa si riuscì a bloccarne la vendita all’asta ed ora, grazie alle risorse messe a disposizione dal governo, la cappella di San Sossio, a Massa Lubrense, può tornare a nuova vita. Sono già partite le operazioni di pulizia preliminari al restauro, poi si passerà ai lavori di recupero veri e propri curati e finanziati dal ministero della Cultura attraverso la Soprintendenza dell’area metropolitana di Napoli con un finanziamento di oltre 400mila euro.

E pensare che nel 2013 l’edificio di culto – fondato di sicuro prima del 1400 come si rileva dalle cronache del tempo – che sorge in località Monticchio, di proprietà del Comune, si ritrovò ad un passo dall’essere venduto. Operazione avviata dall’amministrazione comunale dell’epoca e che venne stoppata quando ormai il bando era già stato pubblicato e mancava poco all’apertura delle buste con le offerte.

Una vicenda della quale si occupò anche SorrentoPress, riportando la ferma presa di posizione dei consiglieri di opposizione, guidati da Lorenzo Balducelli, che 18 mesi dopo sarebbe diventato il nuovo sindaco, rimasto in carica fino a pochi mesi fa quando è scomparso. Gruppo di minoranza che parlava senza mezzi termini di “un’iniziativa in totale dispregio alla storia ed alla cultura di Massa Lubrense, messa in opera solo per fare cassa al fine di consentire una speculazione edilizia”.

Ma anche la società civile scese in campo per bocciare l’operazione. “La vendita della cappella di San Sossio costituirebbe un precedente allarmante verso la frammentazione del patrimonio culturale locale, che già soffre di abbandono e apatia politica”, scriveva su un blog l’antropologo Giovanni Gugg.

Una mobilitazione determinata dal valore storico ed artistico della piccola chiesa. Nella cappella ubicata nella contrada di Titigliano, tra Monticchio e Pastena, che è stata anche sede di una confraternita e dove si sono celebrate le funzioni religiose fino agli anni cinquanta del secolo scorso, sono ancora visibili due antichi affreschi di cui uno rappresenta la Beata Vergine Maria. Inoltre nella zona sottostante l’altare c’è la presenza di una “terra santa”, con i resti mortali degli abitanti della contrada.

Nonostante l’importanza storica del sito, nel giugno del 2011 la maggioranza dell’allora primo cittadino Leone Gargiulo approvò la delibera inerente il Piano delle alienazioni immobiliari che comprendeva anche la cessione dell’edificio. Già in quella circostanza Balducelli evidenziò tutte le carenze del provvedimento ed in particolare, per la cappella di San Sossio, sottolineò la probabile consacrazione dell’immobile.

Nel novembre dello stesso anno il Comune manifestò dubbi sullo “status canonico” della piccola chiesa, chiedendo informazioni al parroco ed alla curia arcivescovile di Sorrento-Castellammare che dopo una attenta ricerca tra i documenti custoditi nella parrocchia di San Pietro Apostolo di Monticchio, competente per territorio, e dell’archivio diocesano comunicò al sindaco che non risultavano atti di consacrazione.

Una nota che, però, non risultava allegata agli atti a disposizione dei possibili acquirenti. L’operazione si impantanò fino all’ottobre del 2013 quando la cappella di San Sossio fu messa all’asta per un importo base di 222mila euro. Prima dell’apertura delle buste, però, si tenne un concitato Consiglio comunale che vide l’esponente di minoranza, Vincenzo Carratù, evidenziare carenze nel bando nel quale non era riportato “che la Direzione regionale per i Beni culturali ha imposto delle gravose prescrizioni per i possibili acquirenti che consentano un’adeguata e pubblica fruizione del bene, mentre la curia arcivescovile ha attestato che la cappella non risulta sconsacrata”.

Tanto bastò per spingere l’amministrazione a fare marcia indietro. Ed ora, dopo 12 anni, sono partiti i lavori di recupero e restauro della chiesetta.

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