Lascito da 5 milioni ai giovani sorrentini del Salvemini: per capire bisogna conoscere la storia di Salvatore Russo

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SORRENTO. Una vicenda sulla quale si è discusso parecchio, ma che è sempre stata piena di ombre. Inizialmente si parlò di un lascito al Comune, poi al liceo scientifico “Gaetano Salvemini”. Ma la questione è molto più articolata.

Prima di tutto è necessario fare un preambolo che aiuta a capire di chi stiamo parlando: Salvatore Russo era un funzionario dell’Istat, originario di Sorrento, ma che per lungo tempo ha vissuto a Roma. Uomo di grande cultura, amava la storia, la filosofia, l’economia, la fotografia e sopratutto la sua terra natia, Sorrento. La vita con lui fu davvero dura, perse il figlio Paolo, al quale è dedicata la fondazione, in un incidente stradale a poco più di 20 anni. Una situazione che distrusse Salvatore Russo fino al punto da fargli maturare il sogno di rendere immortale il ricordo suo e quello di suo figlio.

Decise allora di creare un testamento, studiato in ogni virgola, sancendo con esso l’immortalità del suo nome. Infatti, Salvatore Russo ha voluto che ogni anno gli interessi del suo capitale, 5milioni di euro, venissero lasciati alla sua Fondazione con il preciso scopo di promuovere la cultura, l’istruzione e la professionalità dei giovani sorrentini, in particolar modo degli studenti di sesso maschile del liceo scientifico di Sorrento. Già, giovani e sopratutto sorrentini. Come il suo Paolo. Ogni anno la rendita dei 5 milioni produce un guadagno che si aggira tra i 130-150mila euro.

Insomma i 5 milioni non si possono toccare, ma gli interessi si. Ecco allora che la situazione inizia ad essere più chiara. Il lascito è di 5 milioni di euro, ma sono gli interessi su di essi che possono essere spesi per i ragazzi del “liceo di Sorrento”. A questi quest’anno è stato donato un assegno da 600 euro a testa. Una bella somma che la Fondazione si augura vengano concretamente spesi per i libri di testo dai ragazzi. Assegni nominali, che possono essere incassati e spesi direttamente dai ragazzi, anche minori. Infatti, la Fondazione onerandosi di un ulteriore servizio, con un’apposita procedura ha cercato di semplificare e velocizzare l’iter autorizzativo, previsto dalla legge, affinché le somme possano essere riscosse nel minor tempo possibile, agevolando i genitori degli studenti minori.

In tale contesto, non sono mancate proposte in ordine al migliorare la struttura del Liceo, piuttosto che di acquistare attrezzature per migliorare l’istituto. Ma il “no” è arrivato unanime: la scuola è pubblica e non devono essere i soldi di un privato a renderla migliore. Ovviamente ogni anno la Fondazione Salvatore Russo potrà cambiare l’indirizzo di questi soldi: magari creando borse di studio più dettagliate e trovando un modo per garantire che questi fondi vengano spesi realmente per migliorare lo studio dei ragazzi.

In tal senso per capire le volontà di Salvatore Russo bisogna capire lui chi era e cosa ha vissuto nella sua vita. La morte del figlio deve averlo sconvolto a tal punto da voler migliorare la vita di tutti i ragazzi come lui, in quella terra che adorava fotografare. La sua Sorrento.
La Fondazione è presieduta dal generale Giovanni Barbara, con la dirigente del liceo Salvemini, Patrizia Fiorentino, il manager bancario Sergio Sepe, esecutore testamentario di Salvatore Russo, Fatima Attardi in rappresentanza della diocesi di Sorrento-Castellammare e Carmen Taiano per il Comune di Sorrento.

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