La vicenda della tenda di Capri Watch in Consiglio comunale

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CAPRI. La vicenda relativa alla rimozione coatta da parte degli operai dell’ufficio Tecnico della tenda del negozio Capri Watch, dopo essere approdata sulla stampa nazionale, tiene banco anche nel corso della discussione in Consiglio comunale. In merito alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Giovanni De Martino durante al seduta di due giorni fa dell’assemblea cittadina ed al quotidiano La Repubblica, riportiamo la lettera aperta del patron di Capri Watch, Silvio Staiano, allo stesso primo cittadino di Capri:

Illustrissimo Sig. Sindaco, Le invio questa mia lettera aperta, perché pubblica è diventata “la triste vicenda” accaduta martedì 26 settembre alle 8.20 del mattino quando, di soppiatto, è stato perpetrato un vero e proprio abuso nei nostri confronti alla stregua di una “spedizione punitiva”. La grave vicenda è stata oggetto di discussione nella pubblica assise del Consiglio Comunale dell’altro ieri, 4 ottobre, sollevata dal capo dell’opposizione, Marino Lembo.

Desidero rammentarLe che io sono uno degli oltre settemila cittadini di Capri, un imprenditore che da quasi 30 anni dedica ogni sforzo alla propria attività e che da sempre rispetta le leggi e non le vìola così come si vuol fare “artatamente” apparire.

Il 28 settembre, due giorni dopo le violenze di cui siamo stati vittime, tramite posta certificata alla Signoria Vostra nella qualità di primo cittadino, alla Segretaria Generale del Comune ed al responsabile dell’Ufficio Tecnico, ho indirizzato un esposto che denunciava che l’Arch. Stroscio dopo averla emanata, faceva eseguire l’ordinanza di rimozione della tenda con l’ausilio di 4 operai del Comune, dando agli stessi lo scellerato ordine di distruggerla, senza ragionevole motivo, procurandoci un grave ed ingiusto danno, senza informare il Prefetto e senza l’ausilio delle Forze dell’Ordine, come previsto dalla Legge. Ritenuta illegittima tale ordinanza è stato già, da tempo, redatto dai nostri legali il ricorso al TAR. La illegittimità discende dal fatto che il dirigente l’ha emanata abusando, certamente, dei suoi poteri.

Tale brutale esecuzione dell’ordinanza è avvenuta violando tutte le misure anti infortunistiche previste dalla Legge di tutela e sicurezza sul lavoro, esponendo così gravemente sia i lavoratori sia gli ignari passanti a correre enormi rischi, il tutto sotto gli occhi dell’architetto Stroscio che dirigeva l’operazione senza le eventuali tutele.

A questo si aggiunga che sono stato vittima di ripetute aggressioni, percosse, minacce e ingiurie, compiute da almeno 2 dipendenti del Comune di Capri, violenze e violazioni che ho portato alla Sua conoscenza già nella lettera summenzionata.

Le più elementari regole civili e giuridiche sono state calpestate, come calpestati sono stati i miei diritti di cittadino ed imprenditore, dalla arroganza e dalla violenza dei Suoi dipendenti e Lei anziché mostrare solidarietà per i gravi fatti, nel corso del Consiglio Comunale, ha invece letteralemte affermato che:

“mi dispiace che Via Camerelle si sia trasformata in uno scenario che non merita” poiché, come da lei sostenuto, “si è trasformato in un baraccone espositivo” aggiungendo inoltre “per poter montare poi casi che diciamo sono molto molto meno gravi di tanti altri”.

Amareggiato, constato che le frasi da Lei pronunciate in Consiglio Comunale non censurano affatto le gravi condotte avute, dai pubblici dipendenti, nei miei confronti e nei confronti della nostra Azienda, che ho ben documentato con foto e video che sarei stato ben lieto di mostrarLe se solo Lei avesse avuto la benevolenza di rispondere alla mia lettera, che ha ricevuto ben 10 giorni fa.

Ho letto inoltre sul giornale “La Repubblica” di ieri la sua dichiarazione dove afferma:

“Mi pare eccessivo quello che sta accadendo, per una strada internazionale come via Camerelle, e sono avvilito – dice il sindaco – che di fronte a questa pagliacciata gli altri negozianti non abbiano niente da eccepire. Lui può avere diecimila ragioni, ma le deve far valere in altre sedi. Il suo è un brand di tutto rispetto, fa un lavoro importante per l’isola, ma il rispetto delle regole deve valere per tutti, nessuno escluso”.

Alla lettura di tale dichiarazione, appare evidente che Lei, anziché prendere posizione contro le violenze ed i soprusi, avrebbe più piacere che fossero gli altri commercianti a schierarsi contro la nostra legittima ed “inarrendevole” protesta che invece denuncia il “colpevole” silenzio di questa amministrazione che si schiera con l’Ufficio Tecnico (e i relativi abusi di potere) mentre invece chiude gli occhi e consente, senza sanzionarle, tante altre violazioni di ordinanze comunali e, peggio ancora, in modo “sibillino”, vuole far risultare noi come coloro che non rispettano le regole: nulla di più infondato e “subdolo”!

Ed infine sempre nell’articolo apparso sul quotidiano Lei afferma che: “noi abbiamo un piano colore, deve essere tutto in bianco”!

Pertanto a questo punto pongo alcuni quesiti alla Signoria Vostra Illustrissima:

– mi può far conoscere in quale ufficio, devo recarmi per prendere visione di questo famoso piano colore che “prevederebbe” che le tende debbano essere tutte bianche?

– mi dice: se condivide che il Dirigente UTC ha emanato un’ordinanza d’urgenza che è palesemente illegittima, visto che è nei poteri esclusivi e non delegabili del Sindaco?

– mi dice: se condivide che la tenda, procurandoci un ingiusto danno, andava tagliata a pezzettini e buttata via nella spazzatura in senso di spregio?

– mi dice: se riterrà di prendere opportuni e doverosi provvedimenti oppure preferisce attendere “passivamente” che gli stessi arrivino dalla Magistratura?

– mi dice, infine quanto ancora dovrò attendere affinchè Lei prenda le distanze e condanni pubblicamente le modalità di esecuzione (“squadrista”), le violenze, le minacce e le percosse poste in essere dai Suoi dipendenti nei miei confronti?

Le rammento che la violenza e gli abusi vanno condannati sempre, senza se e senza ma!

Con osservanza

Capri, 6 ottobre 2017                                                                            Il cittadino Silvio Staiano

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