La Procura chiede il rinvio a giudizio per il sindaco Tito

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META. Dopo l’avviso di conclusione delle indagini arriva la richiesta di rinvio a giudizio per il sindaco di Meta, Giuseppe Tito, oltre che per tre dirigenti comunali e quattro imprenditori coinvolti nell’inchiesta sui presunti appalti pilotati. La decisione definitiva arriverà dal Gup al termine dell’udienza fissata per il 14 novembre. Nel mirino della Procura oplontina tre appalti. Il primo riguarda la gestione del parcheggio sulla spiaggia per il 2012 che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato affidato in base a un accordo tra Tito, all’epoca assessore al Corso pubblico, e l’imprenditore Antonino Staiano. Per ottenere la concessione il presidente della società affidataria, Nunzio Lardaro, avrebbe versato all’attuale sindaco, tramite Staiano, duemila e 500 euro al mese per sei mesi. Di qui l’ipotesi di corruzione a carico di Tito che comunque, prima di un eventuale processo, dovrà essere vagliata dal giudice dell’udienza preliminare.

Riflettori puntati anche sul servizio di scuolabus per il 2014-2015 che sarebbe stato assegnato a una ditta priva dei requisiti indicati dalla normativa regionale. Terza questione al centro dell’inchiesta è l’appalto per le luminarie natalizie del 2014 che sarebbe stato di fatto aggiudicato a un’impresa prima della scadenza del termine per la presentazione delle offerte. Anche in queste vicende, secondo i magistrati oplontini e i finanzieri della tenenza di Massa Lubrense che hanno svolto le indagini, Tito avrebbe rivestito un ruolo determinante. Ecco perché il sindaco è indagato pure per induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, peculato, omessa denuncia e falso.

Oltre al sindaco Tito ci sono altre sette persone coinvolte. Tre dirigenti comunali: Rina Paolotti, indagata per abuso d’ufficio per aver firmato il provvedimento di assegnazione del servizio di trasporto a una ditta priva dei requisiti di legge; Paola De Maio, alla quale si contestano la turbativa d’asta e il falso ideologico per l’assegnazione dell’appalto delle luminarie natalizie 2014; il comandante della polizia municipale Rocco Borrelli, nel mirino della Procura per abuso d’ufficio, turbativa d’asta, omessa denuncia, falso ideologico e peculato.

Quattro, invece, gli imprenditori per i quali il pm Silvio Pavia ha chiesto il processo: Nunzio Lardaro, Antonino Staiano e Carmela Izzo, che rivestono rispettivamente i ruoli di presidente, gestore e dipendente della società alla quale fu affidato il parcheggio sulla spiaggia, ai quali si aggiunge Aniello Donnarumma, numero uno della società alla quale nel 2014 sarebbe stato consentito di montare le luminarie 15 giorni prima della scadenza del bando.

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