Il Comune di Sorrento ha presentato all’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), la manifestazione d’interesse per l’acquisizione nel proprio patrimonio indisponibile di un immobile sottratto alla camorra da destinare a scopi sociali. Si tratta di un’abitazione che sorge al quinto piano di un palazzo di piazza Lauro, di 94 metri quadrati di superficie. Considerando i prezzi delle case in questa parte della città il suo valore di mercato si aggira intorno agli 800mila euro.
La confisca è arrivata nel 2013 in seguito alla sentenza della seconda sezione penale della Corte di Cassazione di Firenze che ha definitivamente condannato i precedenti proprietari dell’appartamento. Ora, a distanza di 10 anni, l’interessamento dell’amministrazione comunale di Sorrento per destinarlo ai disabili. È stato il consigliere comunale Paolo Pane, che segue le attività in materia di legalità in sinergia con le forze dell’ordine, ad avviare l’iter con l’Agenzia nazionale.
La giunta municipale ha già approvato la delibera necessaria per inoltrare all’Anbsc la richiesta di cessione del bene. E nei giorni scorsi ha preso il via la procedura. Gli agenti della polizia municipale, accompagnati da un funzionario dell’ufficio tecnico, autorizzati dai rappresentanti dell’Agenzia, hanno eseguito un sopralluogo per confermare, come richiesto dalla prefettura di Napoli, che l’immobile non fosse occupato.
Già 5 anni fa, invece, fu accertata anche la conformità alle norme urbanistiche. Ciò significa che non ci sono ragioni che possano ostacolare il suo passaggio al patrimonio del Comune di Sorrento. “Il nostro non è solo un atto dal grande valore simbolico e morale, ma sociale – mette in chiaro il sindaco Massimo Coppola -. In caso di parere favorevole dell’Agenzia statale destineremo l’immobile ad un uso a favore della collettività”.
Già stabilita la finalità per cui sarà utilizzato una volta che sarà arrivato l’ok definitivo alla cessione da parte dei vertici dell’Anbsc. “La struttura sarà messa al servizio delle attività connesse al programma “Dopo di noi”, ovvero il sistema di assistenza a persone con disabilità rimaste senza familiari che possano prendersi cura di loro – spiega il primo cittadino di Sorrento -. Una città capace di occuparsi con attenzione dei più fragili e di crescere attingendo ai valori della legalità, è una città che ha gli anticorpi giusti per guardare al futuro”.
In particolare, come evidenzia la dirigente del dipartimento del Comune che gestisce le attività inerenti i servizi sociali, Mariagrazia Caiazzo, “l’idea progettuale del “Dopo di noi” risponde all’obiettivo di garantire massima autonomia e indipendenza delle persone con disabilità, consentendo loro di continuare a vivere – anche quando i genitori non possono più occuparsi di loro – in contesti il più possibile simili alla casa familiare o avviando processi di deistituzionalizzazione, garantendo ai genitori di poter, un giorno, lasciare i propri figli in serenità”.
In pratica, attraverso una serie di interventi, l’abitazione sarà messa in condizione di accogliere un piccolo gruppo di persone diversamente abili, in tutto o in parte autosufficienti, che avranno così modo di convivere in autonomia, supportandosi reciprocamente. Al momento a Sorrento non esiste alcuna struttura destinata a questo scopo e l’utilizzo del cespite confiscato alla criminalità potrebbe rappresentare la soluzione idonea a sopperire alla carenza di tale tipo di servizio residenziale.