Inchiesta Juve Stabia, coinvolte aziende in penisola sorrentina

Licenze revocate alle aziende in odore di camorra, coinvolte nell’inchiesta che nei giorni scorsi ha portato la squadra di calcio della Juve Stabia all’amministrazione giudiziaria. Sono sette le attività commerciali con sede nel comune di Castellammare che, dopo le interdittive antimafia emesse dalla prefettura di Napoli, sono state fermate dal Comune nell’erogazione di servizi e prestazioni. In totale le ditte oggetto della revoca delle autorizzazioni amministrative sono 11. Tra queste figurano due società che si occupano di security con sede a Piano di Sorrento ed un lido di Marina della Lobra, a Massa Lubrense.

I provvedimenti sono stati predisposti dal Suap nei confronti di ditte che secondo gli accertamenti effettuati della questura partenopea, sarebbero gestite in alcuni casi direttamente da persone legate ai clan locali o da prestanomi che avrebbero avuto alle loro dipendenze pregiudicati o affiliati alle cosche.

L’inchiesta della Dia e della Dda ha accertato il condizionamento delle attività esternalizzate dalla società sportiva stabiese, imponendo la nomina di due commissari per la gestione del club almeno per il prossimo anno. Un’attività che tende ad azzerare qualsiasi condizionamento e infiltrazione della criminalità nelle attività della società e nella gestione dei servizi.

Uno stop imposto dalle interdittive antimafia che ha portato alla revoca della licenza da parte dei Comuni in cui hanno sede legale e operano. Tre quindi le città che hanno eseguito lo stop, Castellammare, Piano di Sorrento e Massa Lubrense. Ora le 11 società colpite dalla revoca sono costrette ad interrompere ogni attività in attesa di potersi, eventualmente, opporre e dimostrare la loro estraneità ai fatti che sono stati contestati dalla Direzione Nazionale Antimafia.

Share this post

Scarica l’app SorrentoPress per rimanere sempre aggiornato
Download on app storeDisponibile su Google Play