“Il primo giugno saremo pronti a riaprire e riapriremo”. Le principali località balneari italiane lanciano la sfida al Governo ed alle regioni. I numeri incoraggianti sul fronte dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, spingono i sindaci dei comuni del G20 delle spiagge a dettare precise condizioni: “Se non arriveranno indicazioni precise su come organizzare il lavoro, il protocollo per il rilancio del turismo in sicurezza ce lo faremo da soli”.
Il primo cittadino di Sorrento, Giuseppe Cuomo, è uno dei più determinati. Al suo fianco gli altri 25 amministratori pubblici che guidano le più importanti destinazioni costiere del Belpaese, compreso Vincenzo Ferrandino, sindaco di Ischia. Già prima dell’avvio della fase 2 della pandemia, dal G20s erano partite precise richieste indirizzate al premier Giuseppe Conte, ai suoi ministri ed ai governatori.
Data di apertura delle spiagge, protocollo sanitario per lavorare in sicurezza, interventi a sostegno di imprese e lavoratori della filiera turistica e promozione. Questi gli argomenti sui quali i sindaci chiedono risposte certe e, soprattutto rapide. Temi che sono stati anche al centro della videoconferenza tra i comuni della rete delle località balneari, che vantano da sole quasi 70milioni di turisti ogni anno, ed il sottosegretario con delega al Turismo, Lorenza Bonaccorsi.
In collegamento, in rappresentanza della Campania, i sindaci di Sorrento e di Ischia, poi i loro colleghi della costa romagnola di Riccione, Cattolica, Comacchio, quelli della costa dell’Alto Adriatico di Lignano, Grado, Jesolo, Cavallino Treporti, Bibione, Chioggia, Rosolina, della costa toscana di Castiglione della Pescaia e San Vincenzo, della Costa Smeralda di Arzachena, del Gargano di Vieste.
“L’onorevole Bonaccorsi si è impegnata a sostenere nelle diverse sedi le nostre richieste: Consiglio dei Ministri, Comitato Tecnico Scientifico, Conferenza Stato-Regioni – ha dichiarato Cuomo -. Tanti passaggi che speriamo non rallentino l’iter di apertura. Ad ogni modo lo abbiamo ribadito: non abbiamo altre chance. Abbiamo solo l’estate. Noi il primo giugno siamo pronti ad aprire, e riapriremo”.
Ma come? “Intendiamo dotarci di un protocollo che tenga conto di tutte le norme di sicurezza – precisa Cuomo -. Pensiamo, ad esempio ai termoscanner agli accessi delle strutture, percorsi separati per ingresso ed uscita, limitazioni nei contatti tra utenti e personale, rispetto delle distanze interpersonali, solo per fare alcuni esempi. Inoltre, penso ai lidi, promuovere le prenotazioni telefoniche per evitare resse ed assembramenti agli ingressi”.
In questi giorni sono state raccolte le varie bozze che sono state sottoposte al Comitato Tecnico Scientifico che farà sintesi rispetto all’andamento dei numeri e dei dati sul contagio, e le discuterà nel prossimo incontro con la Conferenza Stato-Regioni.
Intanto il sottosegretario Bonaccorsi si è impegnata per portare le richieste dei sindaci nel prossimo Consiglio dei ministri, che dovrà riunirsi entro questa settimana e deliberare il nuovo decreto, che prevede un pacchetto di aiuti a favore delle piccole imprese – tra le quali rientreranno anche quelle della filiera turistica – dei bilanci comunali, dei lavoratori che non hanno usufruito di aiuti nei precedenti Dpcm.
“Sarà un primo passo per dare un po’ di ossigeno ad un intero sistema che in questo momento è agonizzante e chiede indicazioni precise e aiuti veri per ripartire – ha aggiunto il primo cittadino di Sorrento -. Noi sindaci chiediamo di più al Governo”.
Sostegno per un comparto messo in ginocchio dal Covid-19. Basti pensare che solo la costiera sorrentina conta 152 hotel che danno lavoro a circa 9mila addetti, oltre all’indotto. Poi ci sono le strutture extralberghiere che sono oltre 1.300 (quelle ufficiali). In totale si stimano più di 30mila posti letto solo tra Vico Equense e Massa Lubrense.
Ma non sono solo i titolari delle strutture ed i lavoratori a preoccuparsi per una stagione incerta. Anche le amministrazioni dovranno fare i conti con pesanti buchi di bilancio se non arriveranno turisti. Il solo Comune di Sorrento aveva ipotizzato un gettito dall’imposta di soggiorno per il 2020 pari a circa 6milioni e mezzo di euro. Cifra che supera i 9milioni e 300mila euro se si considera l’intero comprensorio della Costiera.