SORRENTO. “We’ll never play alone”, “Giochiamo in 6”, “Con noi…”, sono le parole che campeggiano sulle pareti della tensostruttura della scuola media Tasso e che i giovani atleti della Fortitudo hanno voluto scandire nel ricordo dell’amico e compagno di squadra Frediano Peraino, scomparso prematuramente all’età di 22 anni, dopo essere stato investito da un convoglio della metro di Parigi.
Un giovane alto, sempre sorridente e con una grande passione, quella del basket. Una passione a cui non ha mai rinunciato, nonostante la sua decisione di trasferirsi a Parigi per continuare gli studi: ciò, infatti, non gli ha mai impedito di aggregarsi, appena possibile, alla truppa allenata da coach Marino. L’ultima gara soltanto qualche settimana fa, a Capri, dove la squadra ha conquistato un’importantissima vittoria. La tragica notizia ha sconvolto l’intera società della Fortitudo con cui la famiglia Peraino ha sempre avuto un forte legame al di là del solo rapporto sportivo. Un dolore troppo grande, tante domande senza una risposta e una pioggia di ricordi nelle lacrime di chi gli vuole bene, di chi ha vissuto con lui momenti che porterà sempre nel cuore.
I ragazzi impegnati nel campionato promozione, avrebbero potuto rinunciare a disputare la partita, ma si sono fatti coraggio ed hanno preso la decisione probabilmente più giusta: hanno asciugato le lacrime e le hanno trasformate in determinazione. “Giochiamo per te Freddy – hanno detto – e ti dedicheremo la vittoria”.
Ed è così che in una struttura gremita di parenti, amici e conoscenti, i ragazzi sono scesi in campo e la sua numero 20 era lì, accanto ad una grande foto, a bordo campo come se Freddy fosse presente per incitare i suoi compagni ed anche per rimproverarli se le cose si fossero messe male.
Alla fine arriva una sconfitta, ma ciò che pesa non è il risultato sul tabellone, ma la consapevolezza di non essere riusciti a vincere per Freddy, nonostante il grande impegno. I ragazzi della Fortitudo non attendono nemmeno il suono della sirena per abbandonarsi ad un pianto liberatorio. Lacrime che però non hanno il sapore della sconfitta, sono le lacrime di una vittoria, quella del cuore, dell’amicizia, della forza e del coraggio di una squadra che non ha voluto piegarsi nemmeno dinanzi al dolore. I suoi compagni hanno fatto quello che Frediano avrebbe voluto che facessero: giocare!