Presso l’aula “G. Zannini” della Clinica Mediterranea, oggi e domani, è in programma il corso internazionale: “Surgical Innovation: the future is now” organizzato dal professor Francesco Corcione.
“La chirurgia si è evoluta negli ultimi 30 anni – spiega Corcione – con una velocità impressionante grazie a tecniche e tecnologie sempre più sofisticate che, però, non sempre sono state valutate e validate nella maniera corretta”.
L’obiettivo del corso, cui parteciperanno alcuni tra i più esperti chirurghi italiani, è quello di valutare l’efficacia di tali applicazioni in relazione al rapporto costi/benefici per la comunità e per i pazienti operati.
Ci saranno, oltre alle relazioni orali, anche interventi di chirurgia in diretta, trasmessi dalle sale operatorie della clinica con tecnologie d’avanguardia, che tratteranno diverse patologie: da quelle gastroenterologiche (esofago, stomaco, colon e retto) a quelle degli organi parenchimatosi (surrene e milza).
Special guest il professor Jacques Marescaux dall’Università di Strasburgo la cui relazione sarà imperniata sulla valutazione delle nuove tecnologie in chirurgia. Il chirurgo e fondatore dell’Ircad (Istituto di ricerca sul cancro dell’apparato digerente) di Strasburgo, detiene il primato di aver effettuato un intervento transoceanico in cui lui operava a New york ma il paziente era nelle sale operatorie di Strasburgo grazie a una linea telematica fornita da France Telecom.
Questo intervento, poi denominato “Lindemberg operation”, ha dato il via alla diffusione di progetti che oggi consentono, con la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale, di effettuare performance inimmaginabili fino a qualche anno fa.
Il corso, la cui segreteria scientifica è stata curata dal dottor Alberto Porcelli, vedrà inoltre la partecipazione di illustri chirurghi italiani che porteranno la loro esperienza nel campo dell’innovazione tecnologica in chirurgia.
“Ma attenzione – ribadisce il professor Corcione – tutte queste innovazioni sono sicuramente utili a ridurre le complicanze intra e post operatorie, meglio definite come eventi avversi indesiderati, e a migliorare le performance chirurgiche, ma bisogna chiarire a lettere cubitali che non si può e non si potrà mai raggiungere il risultato al 100 per cento e che, anche se in percentuali inferiori rispetto al passato, purtroppo esistono e continueranno ad esistere le complicanze che rappresentano sempre l’altra faccia della medaglia. In altre parole il miglior chirurgo con le migliori tecnologie potrà abbassare la percentuale di complicanze, ma non potrà mai annullarle”.