Botti di Capodanno, tra Posillipo e Capo di Sorrento diossina come 120 inceneritori

fuochi

Oltre ad essere pericolosi e talvolta mortali per uomini e animali, i botti di Capodanno sono una fonte spaventosa di inquinamento da diossina, polveri sottili, metalli. Il dato impressionante è diffuso dal Corriere della Sera in un articolo incentrato sull’inutilità dei fuochi pirotecnici, nel quale praticamente si racconterebbe di un disastro ambientale che si ripete ogni anno in tutta Italia a cominciare da Napoli, città che ha il primato in fatto di esplosioni pirotecniche nella notte di San Silvestro.

L’articolo in questione fa riferimento a un libro scritto da Daniele Fortini, già amministratore delegato dell’azienda della nettezza urbana di Napoli, e Gabriella Corona dal titolo “Rifiuti” in cui, riferendosi a uno studio della Cewep, la Confederation of european waste-to-energy plants, e prendendo come riferimento i dati del Capodanno 2005, si dice che i botti esplosi nel Golfo di Napoli nel tratto che va da Posillipo a Capo di Sorrento, hanno rilasciato una quantità di diossina pari a quella che in un anno rilasciano 120 inceneritori.

Insomma, oltre ai bollettini da guerra post San Silvestro che parlano di decine di feriti, a discapito delle ordinanze che in molte città italiane vietano i botti, ci sono le “vittime bianche”, ad esempio cardiopatici e asmatici costretti a respirare polveri fini e fumi di zolfo. I fuochi, dunque, non provocano solo gravissimi danni a occhi, mani, orecchie di cui spesso raccontano le cronache, ustioni o bruciature, ma danni alla salute di tutti.

Tratto da Blastingnews

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