Nei giorni scorsi, tra Castellammare di Stabia e Gragnano, i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip di Torre Annunziata su richiesta della locale Procura, nei confronti di 4 indagati ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata a ricettazione e riciclaggio di auto rubate e truffa ai danni di ignari acquirenti delle autovetture reimmesse sul mercato.
L’indagine, coordinata dal procuratore capo Alessandro Pennasilico e condotta dalla stazione carabinieri di Pompei, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di tutti gli indagati (già gravati da precedenti penali e di polizia) in ordine al riciclaggio di alcune autovetture e parte di altre rinvenute e sequestrate a Pompei nel febbraio 2018 quando si era proceduto al fermo di indiziato di delitto di uno degli arrestati in queste ore sorpreso alla guida di un furgone con all’interno le parti già sezionate di una autovettura rubata la notte precedente a Somma Vesuviana.
La condotta illecita prevedeva ruoli predefiniti da parte degli associati. Due erano gli organizzatori e promotori della gang con il compito di reperire le autovetture di illecita provenienza, acquistare modelli corrispondenti incidentati ed eseguire, unitamente con gli altri complici, le operazioni tecniche di ricondizionamento e alterazione dei segni distintivi provvedendo alla ripunzonatura dei telai, all’assemblaggio di più parti di diverse autovetture, alla riprogrammazione delle centrali elettroniche.
I veicoli riciclati venivano quindi rivenduti a ignari acquirenti attraverso annunci su siti online specializzati.
Uno degli arrestati, fittizio titolare di una ditta individuale per la rivendita di auto, provvedeva alle operazioni finanziarie conseguenti alle vendite e alla distribuzione dei profitti ai sodali.
Il meccanismo illecito è venuto alla luce attraverso l’analisi dei traffici telefonici nonché attraverso intercettazioni di conversazioni ed accertamenti tecnico-scientifici sui veicoli oggetto di sequestro, poi restituiti agli aventi diritto.
Due indagati sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere e due al divieto di dimora nella Regione Campania.