È stato chiamato Fumoncello e rappresenta l’ultima novità partorita nella zona dei Lattari. Si tratta di un distillato di foglie di canapa indiana, le stesse, tanto per chiarire, da cui si ricava la marijuana. Stesso principio attivo, insomma, ma diverso il metodo di assunzione: non si fuma, ma si beve. Possibilmente freddo. E l’effetto, stando alle impressioni di quanti lo hanno assaggiato, è simile a quello della cannabis.
In quella che viene considerata la “Giamaica d’Italia”, dove le piantagioni di marijuana crescono rigogliose anche grazie all’uso di semi geneticamente modificati, c’è chi si è inventato un nuovo modo per sfruttare la canapa indiana. Già in passato i carabinieri hanno scovato il distillato in qualche laboratorio casalingo, ma stavolta sembra che la produzione abbia raggiunto volumi consistenti.
Il Fumoncello, a quanto sembra, viene offerto in alcuni locali della zone alte di Gragnano come digestivo “alternativo” solo ai clienti di cui ci si può fidare. Ma può essere acquistato anche in bottiglie da un litro il cui costo si aggira sui 70 euro. Il procedimento di produzione è simile a quello con cui vengono tradizionalmente preparati limoncello o finocchietto. Solo che in questo caso a essere messe in infusione nell’alcol non ci sono né le bucce di profumati agrumi, né piante selvatiche, bensì la canapa indiana.
Una volta essiccate le piante, una parte delle foglie di cannabis vengono lasciate nell’alcol per una ventina di giorni. Rigorosamente al buio. Il tempo affinché rilascino le loro proprietà e poi si passa alle fasi di diluizione e filtraggio per ottenere un liquido dal colore verde scuro e dal tipico odore di marijuana.
Il Fumoncello nasce così ed è ovviamente illegale, almeno fino a quando non sarà approvata la legge che depenalizza l’uso di droghe leggere. Per questo motivo difficilmente viene offerto al primo cliente che passa in uno dei locali dove pure viene venduto.
Intanto la notizia della creazione del digestivo alla marijuana sta facendo il giro della rete e gli investigatori sono impegnati nella caccia ai laboratori clandestini dove viene prodotto in quantità sempre maggiori stando a quanto emerge dalle indagini in corso.