Anche quest’anno da Sorrento palme di confetti a Papa Francesco

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SORRENTO. Attorno ad un grande tavolo ogni anno si siedono tanti volontari. Quest’anno anche docenti, alunni e famiglie della scuola “Don Peppe Diana” di Portici. Sono tutti impegnati a manipolare confetti, fil di ferro, e fiorellini. Nascono così le tradizionali palme di confetti realizzate per Papa Francesco con la sua effige per i senzatetto del Vaticano.

A Sorrento la settimana della Santa Pasqua comincia con il profumo dolce della Domenica delle Palme che significa accoglienza. Non solo aprire una porta, accoglienza può voler dire proprio donare. E attraverso quel gesto che domenica compirà il pontefice che la comunità di Sorrento ha simbolicamente “abbracciato” i senzatetto del Vaticano.

Quei lavoretti iniziano nelle singole case. Le donne si riuniscono attorno al tavolo della cucina, quel focolare ancora presente nelle case antiche della costiera sorrentina. L’occorrente è disposto in maniera ordinata. Ci sono i confetti bianchi e colorati gialli (i colori della Città del Vaticano) i fili di ferro, i simboli pasquali, e la candela che crea un collante naturale.

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L’antica tradizione delle palme di confetti in penisola ripropone una leggenda che spazia tra il sacro e il profano legata alla Terra delle Sirene: i confetti sarebbero stati il dono di una saracena, approdata durante l’assedio turco, ad un pescatore di Sorrento, per aver avuto salva la vita. Quel giorno del XVI secolo si festeggiava la Domenica delle Palme: i sorrentini si preparavano a recarsi in chiesa per la benedizione dell’ulivo, risuonò l’allarme delle campane per l’ennesima invasione dei saraceni. Il prete, già rivestito dei paramenti sacri, uscì sul sagrato con l’aspersorio, invitando non solo le donne, ma anche gli uomini, per la benedizione delle palme. Tutti entrarono in chiesa, tranne un giovane pescatore il quale si recò sulla spiaggia di Marina Grande, quasi attirato da un misterioso richiamo. Mentre il prete benediceva i ramoscelli d’ulivo, scoppiò una tempesta che fece affondare tutte le navi dei saraceni.

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Si salvò soltanto una giovane schiava. Trascinata sulla spiaggia dalle onde, venne raccolta dal pescatore. Il giovane la condusse in chiesa ed annunciò il miracolo dell’affondamento delle navi saracene. Si verificò, a questo punto, un secondo miracolo. La fanciulla, gettatasi a terra, gridò piangendo di voler diventare cristiana per ringraziare Dio d’averla salvata dalla morte e dalla schiavitù. Al prete, che le assicurava che avrebbe esaudito il sua desiderio, la schiava offrì l’unico bene in suo possesso: da un sacchetto legato al collo lasciò una manciata di confetti portati dalla sua terra.

Le palme di confetti saranno inviate al papa per i senzatetto con un cesto di dolci al profumo di limoni donato dalla pasticceria Romano di Meta, una croce di legno lavorata con confetti realizzata dalle maestre e dai bambini della scuola dell’Infanzia dell’Istituto “Don Peppe Diana” di Portici con la collaborazione del giornalista Luigi Buoniconto che aiuterà e documenterà l’evento realizzato e promosso dalla scrittrice Anna Maria Gargiulo.

Venerdì 12 aprile 2019 la consegna delle restanti palme sarà ai malati dell’ospedale Incurabili e ai degenti dell’Ospedale del Mare di Napoli a cui sarà donato anche un audiolibro sulla storia della vergine Maria scritto e letto dalla Gargiulo con musiche realizzate dal sacerdote don Angelo Castellano.

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