“Altri pini neri tagliati al Faito”, la denuncia del Wwf

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“L’inaugurazione della XVI edizione del “Faito Doc festival Internazionale del Cinema del Reale” ci riporta sulla montagna abbandonata a documentare la triste realtà. Tra discariche di rifiuti e abbandono di amianto, lavori edili senza tregua e abusi di ogni genere, spicca, ancora una volta, lo scempio delle “solite” motoseghe messo in azione ai danni di alcuni dei più belli e grossi esemplari arborei secolari di Pino nero (Pinus nigra)”. È quanto denuncia il presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio d’Esposito.

“Gli alti e maestosi alberi sono stati criminosamente fatti a pezzi e la legna utilizzata a scopo commerciale, come accade a tutti gli alberi segati sul Faito, dal solito (conosciuto) segatore della montagna che rifornisce camini, forni, stufe e caldaie di ristoranti, alberghi e villette varie sulla montagna”, aggiunge il leader degli ambientalisti della penisola sorrentina.

I pini furono piantati dal Conte Girolamo Giusso nell’800, un visionario che disegnò il paesaggio di quella montagna che raggiunge i 1131 metri (è la parte più alta della catena dei Monti Lattari che formano l’ossatura calcarea della Penisola Sorrentina), nell’intento di dare a quel luogo il fascino delle dolomiti.

L’idea di fondo, l’utopia del conte Giusso, fu quella di rendere Faito una valle alpina, suggestione che solo le piante resinose sanno imprimere, aggiungendo all’utile presenza delle sempreverdi, posizionate a proteggere i frutteti dai venti freddi, il senso della bellezza del paesaggio. Il Wwf nel 2020 li aveva censiti e misurati uno ad uno, fotografandoli e schedandoli con la speranza di apporvi il vincolo monumentale.

“Vincolo mai arrivato, perchè mai voluto da politici ed amministratori della città di Vico Equense – puntualizza d’Esposito -. Siamo in una Zona Speciale di Conservazione (ZSC) all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari, eppure tali a plurisecolari alberi continuano ad essere abbattuti e capitozzati per banali e pretestuosi motivi. Stiamo parlando degli ultimi alberi secolari che sopravvivono sulla montagna del Faito, il cui patrimonio arboreo è stato già devastato dal violento incendio del 2017.

I maestosi e alti pini costituiscono un bene di valore inestimabile, oltre che un’attrazione unica. È nostro dovere fare di tutto per preservarli. Il Wwf sta realizzando un ennesimo dossier sugli “orrori” della montagna abbandonata del Faito, dove la natura continua ad essere considerata solo una “scenografia” o una “fonte di reddito” per ogni tipo di business e/o saccheggio e dove pare che nessuno abbia più la capacità, la voglia o la libertà di denunciare abusi e soprusi ai danni della montagna”.

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