Allacci abusivi alla fogna bianca: spunta la sanatoria

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Dopo “l’estate horribilis” sul fronte dell’inquinamento marino, che ha rischiato di mettere in ginocchio l’immagine turistica della penisola sorrentina, ora si corre ai ripari. Nelle ultime settimane si sono moltiplicati i controlli delle forze dell’ordine, coadiuvate da tecnici della Gori e degli uffici comunali oltre che da personale dell’Asl. Verifiche che hanno consentito di individuare numerosi scarichi illeciti nelle condotte della pluviale, a volte anche a carico di alberghi ed interi condomini.

Però appare improponibile riuscire a passare al setaccio in tempi rapidi le circa 45mila utenze della penisola sorrentina. Si rischia così di arrivare alla prossima estate con la situazione ancora non chiara e, senza il mega-depuratore di Punta Gradelle in funzione, la possibilità che il mare torni a presentare valori anomali di inquinamento è reale. Ecco perché i Comuni della penisola sorrentina stanno valutando un potenziale accordo nell’ottica di una sanatoria. I sindaci, come ha già avanzato in via informale ai propri omologhi il primo cittadino di Meta, Giuseppe Tito, dovranno esprimersi sull’obiettivo di emettere ordinanze con cui potrebbero obbligare i titolari degli allacci – a partire da condomini, attività commerciali, alberghi ed altre strutture ricettive – ad effettuare in proprio i controlli sugli scarichi.

Entro 120 giorni dalla notifica dei provvedimenti i privati dovranno trasmettere ai Comuni e all’Asl Napoli 3-Sud i responsi degli accertamenti e, in caso di anomalie, dimostrare di aver fronteggiato la situazione e risolto i problemi. Spetterà successivamente agli stessi enti locali, con l’ausilio della polizia municipale e delle forze dell’ordine, controdedurre sui rilievi effettuati in proprio.

In caso di riscontri negativi o di “perizie” che attestino uno stato dei luoghi differente da quello dichiarato, fioccheranno le denunce a carico degli utenti titolari degli allacci con due ipotesi accusatorie ben precise. La prima è quella prevista dall’articolo 650 del Codice Penale, ovvero l’inottemperanza a un provvedimento dell’autorità (nel merito l’ordinanza dei sindaci). La seconda, forse quella più pesante, sarebbe il reato di falso. Senza dimenticare un’altra batosta, quella dovuta alla multa da capogiro in caso di scarico ambientale fuorilegge con sanzioni che in talune circostanze partono da 6mila euro.

La proposta di Tito ha già trovato riscontri positivi, almeno in questa fase preliminare, da parte di Gori e di alcuni sindaci del comprensorio. Molto però dipenderà da un incontro chiave previsto nei prossimi giorni.

Tutto ciò mentre si attende il completamento del depuratore di Punta Gradelle che dovrà soddisfare le esigenze di smaltimento dei reflui di tutti i Comuni della penisola. L’opera è completa per il 65% del progetto previsto, ma mancano ancora 21 milioni di euro dei 43 totali da versare a favore del Consorzio costruzioni che si sta occupando della realizzazione dell’impianto biologico. Anche per questo motivo la consegna della struttura è slittata ancora, con il termine che ora è fissato alla fine del 2016. Sul punto è intervenuto Gennaro Cinque, ex sindaco e oggi assessore di Vico Equense: “Inutile mettere in funzione il depuratore se i Comuni non risolvono prima il problema di separare le acque bianche da quelle nere – ha sottolineato –. Per inaugurare l’impianto dovrà essere chiuso il discorso degli scarichi irregolari”.

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