Albergatori ed agenti di viaggio: Interventi per il turismo inadeguati

Riapertura dei confini tra Paesi con lo stesso indice di contagiosità. La commissione europea guarda al turismo e alla necessità di riaprire al più presto la movimentazione delle persone per rimettere in moto i flussi turistici. Una serie di raccomandazioni per cercare di dare ossigeno ad un settore dove sono a rischio sei milioni di posti di lavoro.

Accantonata l’idea del passaporto sanitario perché allo stato attuale non esiste la certezza di una patente di immunità, la commissione europea mira a riaprire al più presto possibile i confini sotto la sorveglianza della Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control) che dovrà indicare, appunto, i Paesi con contagiosità simile e aggiornare costantemente gli indici. Insomma la Ue prova a mettere un salvagente alla stagione estiva che, da sola, vale il 10% del Pil europeo, qualcosa come 1.400 miliardi.

Ma basta solo questo? Certamente no. In Italia le preoccupazioni aumentano di giorno in giorno. Le bozze del decreto Rilancio e le cifre assegnate non soddisfano per nulla questo settore che rischia un tracollo senza precedenti. Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, parla delle misure indicate fino ad ora come “aiutini” per nulla sufficienti a far ripartire il settore. “Gli interventi su Imu e contratti di affitto – dice – sono un segnale e basta. Per aiutare le aziende a ripartire ci vogliono finanziamenti a fondo perduto per recuperare almeno parte del fatturato dello scorso anno. Aiutare solo le aziende a sopravvivere – sottolinea – non risolve il problema. Ci vuole una iniezione di liquidità a fondo perduto subito”.

Bocca attacca. “Oltre che con gli imprenditori, si sta giocando sulla vita dei lavoratori e questo è gravissimo. Sappiamo che gli imprenditori in questo Paese sono odiati, ma almeno pensino ai lavoratori. Noi – sottolinea – non possiamo stare senza risposte. Io ho 27mila soci e tutti i giorni comunichiamo: sono alberghi sparsi su tutto il territorio italiano. Dalla Valle D’Aosta alla Sicilia. E sono tutti disperati. Quelli più decisi sono quelli che dicono che non riapriranno perché sono troppi i rischi. Compreso il rischio Inail del Covid-19 come infortunio sul lavoro che va nel penale. Hai un rischio penale, costi di gestione altissimi, riduzione dei posti letto ed hai una certezza: i costi superiori a fronte di una totale incertezza dei ricavi”.

Bocca guarda agli altri Paesi, alla velocità con cui si muovono e aiutano i settori che contribuiscono in maniera rilevante al Pil. Noi andiamo avanti con idee, proposte e frasi che non vogliamo più ascoltare tipo quella ‘se li diamo a voi dobbiamo darli ad altri’. Sono risposte che non ci meritiamo, sono miopie pericolose per il sistema Italia. Si aiuta di più il settore che produce di più, questo mi sembra un assunto incontrovertibile”. Il presidente di Federalberghi non nasconde nulla del suo pensiero. “Aprire i negozi – dice – significa aprire la cassa, anche senza turisti in circolazione. Aprire gli alberghi senza turisti significa condannare le aziende a morte certa”.

E il bonus vacanze? Federalberghi non è entusiasta di questa iniziativa nonostante il fatto che ora si paventi una estensione fino ai 50mila euro di reddito (prima era 35mila). “Il nostro settore ha bisogno di ben altro per rimettersi in movimento. E poi i tempi, le prescrizioni. Per poterci organizzare ci vorranno 3/4 settimane. Se per metà giugno non si apre, la stagione è andata, senza nessuna possibilità di trarre qualche utile. Voli bloccati, mobilità ferma, oggi se un albergatore apre è da considerare un kamikaze. Affronta rischi folli. Altro che pannolini caldi, a questi kamikaze bisognerebbe togliere immediatamente i contributi sul personale per aiutarlo contro un rischio veramente altissimo”.

Dagli albergatori agli agenti di viaggio il tono non cambia. Ivana Jelinic, presidente della Fiavet è “allibita”. Non vede prospettive. “Di nuovo – dice – si perde l’occasione per azioni concrete. Le bozze del decreto Rilancio sono una camomilla rispetto ad una situazione gravissima. Siamo stufi di proclami che non portano a soluzioni. Quelli fatti fino ad oggi sono assolutamente inefficaci come strategia di supporto alla nostra aziende”.

La presidente Fiavet mette nel mirino anche il bonus vacanza: una soluzione che esclude le agenzie di viaggio ci sembra un vero e proprio schiaffo ai nostri associati”. E allora? Cosa fare per rendere piu incisivi gli aiuti? Ivana Jelinic non ha dubbi: “Bisogna estendere immediatamente la cassa integrazione in deroga e intervenire con massicci contributi fiscali alle aziende per tutto il 2020”.

Questo di prospettiva. “Immediatamente c’è bisogno di contributi a fondo perduto per aziende che registrano incasso zero e non vedono prospettive a breve per poter ricominciare a lavorare. Il turismo è un settore vitale per il nostro Paese e le risposte del governo devono essere calibrate sul rilievo del comparto. Ogni altra scorciatoia non ci interessa, dobbiamo avere quanto diamo, questo è il nostro faro”.

Già, scorciatoie. Ci sono i prestiti. La presidente di Fiavet li ritiene strumenti del tutto inefficaci. “Abbiamo visto come sta andando, c’è bisogno di vedere ancora? Le nostre aziende hanno bisogno di trovare euro a fondo perduto sui conti correnti a partire da subito. Ci vuole almeno il 10% del fatturato registrato nel 2019. Euro che gli imprenditori devo avere a disposizione per riavviare il lavoro”.

Mettere in moto la macchina del turismo in fretta. Per Fiavet le località turistiche balneari e di montagna hanno ancora la possibilità di poter cogliere qualche beneficio nei mesi di luglio, agosto e settembre. Per le città d’arte e i borghi, invece, bisognerà attendere i mesi più freddi. Naturalmente il tutto dovrà avvenire nella massima sicurezza, altrimenti è inutile anche ripartire. E in questo i piccoli centri, le regioni più piccole hanno qualche possibilità in più di tenere la situazione sotto controllo”.

di Antonino Pane da Il Mattino

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