Abusi edilizi a Vico Equense, interviene la Forestale

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VICO EQUENSE. Stavolta le opere abusive si stavano costruendo in uno dei luoghi tra i più belli ed affascinanti della nostra penisola, nel Comune di Vico Equense, nella frazione di Arola, in località Camaldoli, sulla collina nei pressi dell’ex eremo.

L’ex eremo Camaldolese, che i monaci ribattezzarono il “Ventoso”, fu Istituito nel 1606 e per circa 200 anni, fino alle soppressioni napoleoniche di inizio 1800, ha ospitato comunità di eremiti dediti al lavoro agricolo ed alla contemplazione. Caratteristica peculiare della regola era la grande lungimiranza circa il ruolo degli alberi messi a dimora a protezione degli eremi che solitamente venivano istituiti in luoghi selvaggi e lontanissimi dai centri urbani. Ancor oggi è possibile ammirare diversi notevoli esemplari secolari di frondosi lecci. Gli eremiti Camaldolesi scendevano lungo il sentiero di Alberi per raggiungere Seiano dove si imbarcavano per raggiungere Napoli o per ritirare il grano e altre derrate che a loro giungevano via mare.

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Il Wwf Terre del Tirreno, alcuni giorni fa, ha ricevuto una segnalazione da parte di alcuni escursionisti, che notavano una ruspa intenta a scavare pietre sulla cima della collina, e alcuni operai, nei pressi di un manufatto con copertura in lamiere grecate e pareti in blocchi di lapil cemento addossato ad un vecchio rudere in pietra calcarea, indaffarati a costruire un muro sul perimetro esterno che però, stranamente, veniva poi ricoperto da paglia e vegetazione.

Visto che sul cantiere non era affissa alcuna tabella come invece previsto dalla legge, il Wwf ha immediatamente segnalato i lavori in corso agli enti preposti ed al Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia che, giunto sul posto, ha accertato la modifica dello stato dei luoghi e l’illegittimità delle opere realizzate in area sottoposta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico.

Immediati sono scattati i sigilli al manufatto e alle murature calcaree in realizzazione atte presumibilmente a simulare un’antica costruzione. Inoltre i forestali hanno proceduto a sequestrare anche una piscina di circa 32 metri quadrati che, apparentemente realizzata con un telo di plastica, risultava poggiata su di un massetto in calcestruzzo e rivestita da pannelli prefabbricati con rivestimento in pietre e dotata di tutta una serie di impianti posizionati in armadi metallici esterni, oltre ad un solarium con pavimento in pietra calcarea di circa 50 metri quadri, uno spogliatoio in legno di 7,5 metri quadrati ed un locale deposito delle stesse dimensioni.

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