Pino di mezzo secolo fatto seccare a Piano di Sorrento, denuncia Wwf – foto –

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PIANO DI SORRENTO. Appena due settimane fa il Wwf Terre del Tirreno ha promosso a Sant’Agnello un convegno sull’importanza degli alberi e sulle molteplici funzioni delle strutture verdi nelle città, che non rappresentano solo un elemento di arredo, ma anche un mezzo per rendere più vivibili le città e più piacevole la vita, compresa quella animale. Una folla di persone, addetti al settore, appassionati e cittadini, hanno seguito l’interessante evento.

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“Gli alberi svolgono molteplici funzioni – dichiara Claudio d’Esposito esperto di alberi del Wwf Terre del Tirreno – aiutando a mitigare le temperature estive, il che si trasforma in risparmio energetico; regolano il flusso delle acque piovane, trattenendole nel suolo e restituendole potabili; aumentano il valore degli immobili; limitano il rumore e filtrano gli inquinanti; possono mitigare visuali sgradevoli e costituire l’habitat di animali selvatici. Eppure in penisola sorrentina, evidentemente, c’è ancora chi ignora del tutto questi “servizi ecosistemici”, visto che è sempre più diffusa l’usanza di chiamare il “sabotatore di alberi” per risolvere quello che appare un “impiccio”, ovvero la presenza di un albero.

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C’è ancora chi, invece dei molteplici benefici, in un albero vede solo problemi: l’albero alza il marciapiede, sporca col fogliame, è pericoloso, copre la visuale, leva l’aria, attira insetti e animali, è di ostacolo per il transito e parcheggio dell’auto, ecc. E allora non esita ad abbatterlo, spesso grazie a perizie di compiacenti agronomi che ne attestano la pericolosità, altre volte in modo più sbrigativo e criminoso”.

Stavolta il chirurgico attentato, secondo il Wwf, si è compiuto ai danni di un esemplare arboreo di Pino domestico che vegetava in un fondo agricolo ai Colli di San Pietro, al confine tra la via Meta Amalfi e l’albergo Hotel Royal Hills.

“Il suo repentino disseccamento ci ha da subito insospettiti. I sintomi non lasciano dubbi sul fatto che la pianta sia stata “siringata”: la chioma e le foglie subiscono un rapido disseccamento rimanendo sui rami e la pianta, in brevissimo tempo, assume un colore rossiccio chiaramente visibile. Non è certo la prima volta che gli alberi in penisola sorrentina vengono fatti seccare. Spesso le vittime sono proprio quelli più grossi, maestosi e tutelati in quanto parte integrante del paesaggio”.

Il Wwf, dopo un accertamento con i propri esperti, ha denunciato la violazione dell’art.146 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio – D.lgs. 22/01/04 n.42 – ovvero la deturpazione dell’esemplare arboreo di Pinus Pinea.

Il pino, con una circonferenza del tronco di 176 centimetri misurata a 1,3 metri da terra, ed un’età di oltre mezzo secolo, era visibile da chiunque percorreva la via Meta Amalfi e faceva ormai parte integrante del paesaggio e della geografia dei luoghi. L’albero appariva fino a poco tempo fa in piena vigoria.

Il disseccamento del pino è stato provocato dall’inserimento all’interno dell’albero di sostanze chimiche, di cui si ignorano composizione e consistenza. Infatti alla base del tronco sono stati riscontrati diversi fori praticati con un trapano della profondità di circa 10 cm e del diametro di circa 0,5 cm. Tale criminosa operazione, che ha portato al repentino disseccamento della pianta, equivale di fatto alla distruzione di un elemento caratterizzante il paesaggio oltre ad essere lesivo di Bellezze naturali secondo quanto definito dall’art. 1 sexies della L. 431/85 e dalla L. 1497/39.

Nello stesso sito, ai piedi dell’albero, è stata denunciata la presenza di un deposito/discarica di diversi copertoni e, più in basso, una baracca deposito costruita di recente. Da un confronto con immagini scaricate da Google Earth si deduce la trasformazione del fondo dal 2007 (completamente alberato) al 2017 dove non è ancora visibile la baracca.

Il Wwf ha scritto alle forze dell’ordine ed al sindaco di Piano di Sorrento, chiedendo un immediato intervento atto ad individuare e punire i responsabili del vergognoso ed incivile gesto ed ottenere il reimpianto di una nuova alberatura della stessa specie, con un esemplare che abbia già notevoli dimensioni in modo da poter svolgere, quanto prima, l’importante ruolo ecologico e paesaggistico dell’albero sabotato.

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