Mare sporco in penisola, il reportage di Luigi De Pasquale

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Il fotoreporter Luigi De Pasquale già da tempo effettua un attento monitoraggio dei valloni e dei rivoli che scorrono nel territorio della penisola sorrentina. Attraverso le foto ed i video che ha realizzato, può ricostruire il disastro ambientale in corso. Oggi, dopo l’ennesimo episodio di acqua sporca verificatosi domenica pomeriggio a Meta, ha deciso di raccontare quanto ha scoperto ad Antonino Pane, giornalista del Mattino, che ha riportato tutta la ricostruzione in un ampio articolo che noi pubblichiamo di seguito:

“Vedete questa collina di terreno? Finirà in mare non appena riprenderà a piovere”. Luigi De Pasquale, l’uomo che sta documentando il disastro valloni della penisola sorrentina, mostra le cause del mare marrone lungo la costa dopo ogni temporale. “Quel terreno – spiega – lì non ci dovrebbe essere. È franato dalla parete del vallone Lavinola di Meta. Ostruisce il cammino del rivo e, inevitabilmente, non appena aumenterà il flusso di acqua, finirà tutto in mare”.

Luigi De Pasquale i valloni della penisola sorrentina li ha ispezionati tutti più volte. Macchina fotografica, telecamera, ha percorso ogni rivo risalendo dallo sbocco in mare giungendo fino alle origini. E ogni volta sono stati individuati scoli abusivi, canali di acqua putrida che sversano abusivamente. “Poche settimane fa – aggiunge – abbiamo individuato una fogna nera che sversa nel Vallone dei Mulini a Sorrento. Una cosa incredibile. Siamo riusciti a risalire al fatto, un intero fabbricato sversava liquami del rivo nel Vallone. Abbiamo documentato tutto e sono scattate le denunce. A quanto pare neanche i condomini sapevano che la loro fogna finiva nel Vallone, forse i costruttori per risparmiare uno scavo, hanno scelto la via più breve”.

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Il disastro valloni coincide perfettamente con il balletto dei colibatteri nel mare della penisola sorrentina. Questo dimostra senza ombra di dubbio che i rivoli versano in mare non solo terreno ma anche fogne. Una situazione oltremodo preoccupante perché i Comuni tra Vico Equense e Sorrento già pagano la mancata realizzazione dell’impianto di depurazione di Punta Gradelle, quello che dovrebbe accogliere tutte le fogne di cinque Comuni: Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello e, appunto, Sorrento.

La mancanza del depuratore è il nodo principale ma non l’unico. Le immagini filmate da De Pasquale sono eloquenti. I liquami di tutta la penisola sorrentina oggi arrivano a Punta Gradelle e finiscono in una condotta sottomarina che li disperde a circa 400 metri dalla costa. In situazioni di correnti sfavorevoli questa dispersione può provocare inquinamento lungo la costa.

Nell’ultimo anno, però, sono emersi altri gravissimi problemi legati soprattutto alla portata del collettore fognario che da Sorrento arriva a Meta. Anche la portata del collettore, infatti, è del tutto insufficiente quando piove perché in tutti i Comuni della zona non è mai stata programmata una netta separazione tra fogne bianche e nere. Questo significa che anche l’acqua piovana che scorre giù dai tetti finisce in molti casi nelle stesse condotte delle fogne, con il risultato che si attivano gli sbocchi di “troppo pieno” e tutto finisce in mare.

Su questo fronte il lavoro da fare è tantissimo. “La situazione del collettore – spiega De Pasquale – è allarmante in più punti. Non appena la portata aumenta si assiste a tracimazioni che sono delle vere e proprie cascate di liquami e tutto finisce in mare”. Cosa fare? Bisogna agire subito su due fronti. Il primo è cercare di arrivare al completamento dell’impianto di depurazione in moto da sversare nella condotta sottomarina solo gli scarichi depurati; poi bisogna cominciare a costruire scarichi indipendenti di acque bianche che non devono interferire con la portata del collettore principale.

“C’è poi tutta un’altra questione – aggiunge De Pasquale – su cui bisogna intervenire immediatamente perché c’è il rischio che finiscano direttamente in mare, attraverso il rivo Lavinola, gli scarichi di alcune frazioni di Vico Equense. La frana nel vallone Lavinola, infatti, quella che ha provocato lo sversamento in mare di terreno di domenica scorsa, deriva del cedimento di una parte del costone a valle della strada che collega Meta ad Arola, frazione di Vico Equense. Il cedimento ha causato la messa a nudo della condotta fognaria che da Arola arriva a Meta. Ebbene il tubo è rimasto sospeso nel vuoto e può crollare da un momento all’altro. E oltre al tubo anche un tornante della strada nel sottosuolo è completamente svuotato rischiando di crollare da un momento all’altro all’interno del vallone”.

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