MASSA LUBRENSE. In merito alla vicenda dell’arrosto di tacchino scaduto servito lunedì scorso ai bambini di alcuni plessi scolastici cittadini, la ditta appaltatrice del servizio mensa, la Cooperativa Prisma, ha diffuso una nota per assumersi la responsabilità dell’accaduto e fornire la propria versione dei fatti. In realtà la ricostruzione conferma integralmente quanto abbiamo riportato noi di SorrentoPress. Aggiungiamo solo che il sindaco di Massa Lubrense, Lorenzo Balducelli, ha informato anche l’unità operativa di Prevenzione collettiva dell’Asl Napoli 3-Sud per “gli adempimenti di propria competenza”. In ogni caso il Comune ha avviato la procedura per sanzionare la ditta in base alle norme contenute nel contratto di appalto.
Di seguito la nota integrale della Cooperativa Prisma:
La Coop sociale Prisma è impegnata da sempre nell’assicurare servizi di eccellenza, specie quando sono coinvolti i bambini.
La maggioranza dei nostri soci ed operatori è formata da genitori.
Ciò nonostante abbiamo commesso un errore nella somministrazione del pasto del 03/02/2020, rispetto al quale siamo subito intervenuti con richiesta di analisi sul campione del prodotto scaduto – e di cui forniremo i risultati a breve – e sanzioni disciplinari verso gli addetti che non hanno rispettato gli standard richiesti.
Nello specifico, su un totale di circa 700 pasti erogati presso i plessi di Massa Lubrense: Cesaro, Pulcarelli, Pastena e Torca, sono state somministrate 100 confezioni monoporzione da 40 grammi di Arrosto di Tacchino Amadori confezionato da GE. MA.PA. s.r.l., aventi data di scadenza 02/02/2020.
Si tratta di una referenza specifica prevista dal menu ufficiale del Servizio di refezione, Solo di Massa Lubrense – menù invernale, settimana 2, giorno venerdì.
Il menù del lunedì della IV settimana, appunto lunedì 03/02, prevedeva pasta con lenticchie e insalata; articolazione che a dire delle mamme comporta il rischio per un certo numero di bambini, che non hanno familiarità con i legumi, di non consumare un pasto soddisfacente.
Dunque l’affettato in oggetto, nonostante non fosse previsto nel menù di quel giorno, è stato da noi somministrato in aggiunta al piatto unico e contorno, per venire incontro ad una esigenza più volte rappresentata dalle famiglie, anche nel corso di incontri pubblici – da ultimo, quello di venerdì 31 gennaio.
Rispetto all’evento, da nostra verifica interna, abbiamo accertato che la causa di tale accadimento è da ricondursi al mero errore materiale da parte di alcuni nostri lavoratori.
Tutte le altre confezioni avevano scadenza 3/02/2020 e 04/02/2020 e 16/04/2020.
Abbiamo immediatamente ritirato la referenza ed informato formalmente gli Uffici Comunali dell’accaduto.
Aggiungiamo che l’arrosto di tacchino si trovava in perfetto stato di conservazione e non presentava nessuna alterazione, nè visiva né organolettica.
Lo stesso giorno abbiamo avviato le procedure di chiarimento nei confronti del fornitore e inviato un campione della referenza in oggetto al laboratorio pubblico e super partes del Dipartimento di Microbiologia degli alimenti Facoltà di Agraria Università degli Studi di Napoli, per sottoporlo all’analisi microbiologica. I risultati, appena disponibili, verranno divulgati attraverso i canali ufficiali.
Infine abbiamo altresì provveduto a comminare adeguate sanzioni a tutto il personale coinvolto.
Consapevoli dell’errore commesso, ci impegniamo con maggiore attenzione e vigore a salvaguardare il benessere e la salute dei bambini.