Sorrento. Presentazione del libro sui cisternoni degli Spasiano

Un volume interamente dedicato ai cisternoni di epoca romana che si trovano nel sottosuolo del centro di Sorrento. Impianti idrici realizzati intorno al I secolo d.C., durante il periodo augusteo, per garantire l’approvvigionamento di acqua potabile per il fabbisogno della popolazione locale e nelle ville dei nobili della città.

Il libro, dal titolo “I cisternoni degli Spasiano a Sorrento – storia, struttura e sorgenti”, scritto a quattro mani da Antonio Vanacore e Valeria Bava, sarà presentato venerdì prossimo, 24 gennaio 2025, alle ore 18, presso la Sala Consiliare del Comune di Sorrento.

Dopo i saluti del sindaco Massimo Coppola, dell’assessore alla Cultura, Rossella Di Leva e del presidente del Consiglio comunale Luigi Di Prisco, l’introduzione affidata al dirigente dell’ufficio cultura del Comune costiero, Donato Sarno.

A seguire gli interventi di Luca Di Franco, funzionario archeologo in servizio presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, di Teresa Laudonia, funzionario archeologo del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e di Graziano Maresca, dirigente del IV dipartimento del Comune di Sorrento. Modera Gennaro Galano, docente di discipline letterarie.

Le conclusioni sono affidate a Salvatore Ferraro, accademico pontaniano ed agli autori del testo, Antonio Vanacore e Valeria Bava.

“I cisternoni devono essere strumento e veicolo di trasmissione culturale e, conseguentemente, di promozione territoriale e turistica – spiega il sindaco Massimo Coppola nella presentazione al libro -. C’è poi bisogno di renderli fruibili, a cittadini ed ospiti, mediante interventi di recupero conservativo e funzionale. Un obiettivo che sta particolarmente a cuore a questa amministrazione, e per il quale stiamo lavorando da tempo, per restituire a Sorrento un importante monumento”.

Testimonianza unica nel suo genere, intimamente legata a Sorrento e alla sua storia, i cisternoni degli Spasiano, risalenti all’età imperiale, raccoglievano le acque del Formiello, per poi rifornire gli edifici pubblici, religiosi e privati della Surrentum romana. Solo nell’alto Medioevo, per l’incuria e l’assenza di manutenzione, furono via via abbandonati e, per certi versi, dimenticati. Finiti tra i beni della famiglia Spasiano, i cisternoni, nonostante il degrado, rimasero fondamentali nell’ottica della raccolta e della conservazione delle acque sorrentine.

A fine Ottocento, furono usati come cisterne per garantire il funzionamento della funicolare del Grand Hotel Excelsior Vittoria, mentre, negli anni Trenta del XX secolo furono parzialmente risistemati per la riattivazione dell’acquedotto del Formiello. Poi, nel 1956, furono adibiti a serbatoio per l’acqua in eccesso, garantendo una riserva per i periodi di siccità estivi. Infine, nel 2016, la svolta: la Gori restituì i cisternoni degli Spasiano al Comune di Sorrento per una nuova e più coerente destinazione d’uso.

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