Sorrento. Il cda del Conservatorio delle Grazie: Nessun hotel nel monastero

“Fino a questo momento non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte dell’Ordine delle monache domenicane in merito al rilascio del monastero”. Ad affermarlo sono i componenti del consiglio di amministrazione dell’ente morale che gestisce il Conservatorio Santa Maria delle Grazie di piazza Sant’Antonino, a Sorrento. Parole necessarie per fare chiarezza intorno ad una vicenda che in questi giorni anima la discussione in città ed anche oltre i confini della costiera.

Ad accendere la miccia la notizia diffusa nei giorni scorsi in merito alla decisione dell’ultima suora presente nella struttura di lasciare Sorrento per trasferirsi altrove. Tanto è bastato perché si innescassero voci e ipotesi sulla possibile destinazione dei locali del convento.

“Si è assistito in questi giorni alla sottoscrizione di una mozione indirizzata a salvaguardare la destinazione dell’edificio di Santa Maria delle Grazie, attualmente sede delle suore Domenicane, e a sottrarlo ad una qualsiasi destinazione alberghiera – si legge nella nota del cda -. Nella petizione addirittura si sostiene che sarebbe stata ipotizzata la sua trasformazione in un hotel a quattro stelle. Ovviamente i cittadini che hanno sottoscritto la mozione vanno ringraziati per aver dimostrato affetto e partecipazione alla storia della nostra città. L’ipotesi paventata nella mozione è priva però di qualsiasi fondamento e neppure è stata mai considerata dall’attuale amministrazione del Conservatorio, che svolge l’incarico a titolo gratuito, proprietaria dello stabile”.

“In questo senso occorre assicurare i tanti che si sono impegnati nella difesa del complesso conventuale che una prospettiva di utilizzo del tipo di quella ipotizzata nella petizione resta del tutto estranea anche per il futuro – scrivono ancora i componenti il direttivo -. La notizia in un mondo che, ormai vive solo di paure che qualcosa di grave possa succedere, neppure avrebbe dovuto essere smentita o oggetto di precisazione, perché, si ripete, mai neppure discussa ed è forse frutto solo del tentativo di cercare visibilità in un momento complicato della vita cittadina”.

“Le scelte compiute in passato, peraltro da un’amministrazione diversa dall’attuale e sempre sotto il controllo della Sovrintendenza dei Beni Culturali sono state improntate esclusivamente ad assicurare l’equilibrio della gestione finanziaria dell’ente che, se fosse mancato, avrebbe portato o alla chiusura dell’attività educativa attualmente svolta o alla sua trasformazione in un luogo riservato a pochi, attraverso forte elevazione delle rette – rivendicano gli amministratori -. Oggi la gestione economica dell’ente è sana ed equilibrata, come dimostra il bilancio trasmesso alla commissaria straordinaria che regge il Comune, e non si avverte la necessità di alcun intervento correttivo”.

L’attuale consiglio di amministrazione, si è impegnato in una opera di riqualificazione della scuola Santa Maria delle Grazie che ad oggi conta più di 140 iscritti con una offerta formativa che parte dal nido ed arriva alla scuola primaria, oltre ad aver recuperato alcuni locali inutilizzati, concedendoli in comodato d’uso ad associazioni di volontariato e al centro di ascolto antiviolenza.

“Quanto alla futura destinazione di quella parte di immobile attualmente ancora occupato dall’Ordine Domenicano, occorrerà, quando essa sarà effettivamente disponibile, aprire un ampio dibattito con la cittadinanza e gli organi competenti – scrive ancora il cda -. Deve però essere chiaro che nell’idea originaria della donazione Donnorso vi era la straordinaria modernità di un luogo che non fosse di sola meditazione e ritiro, ma un luogo in cui si consentiva il riscatto delle giovani povere del contado a cui si insegna il ricamo con la possibilità di costituirsi una dote attraverso la vendita di quello che le ragazze producevano. Un luogo dunque vivo, lontano dalla semplice meditazione sull’esistente. In questo senso il lascito era avvenuto in polemica con i nobili dell’epoca e con la stessa Curia cittadina – che più volte ha provato ad impadronirsi del monastero – ed è stato disposto a favore del “popolo sorrentino”.

“Va infine precisato che i problemi di cui si discute non hanno alcun carattere di attualità in quanto neppure è stata ancora comunicato il rilascio dell’immobile da parte dell’Ordine Domenicano e per entrare in possesso dei beni occorrerà che venga retrocessa la donazione conseguente alla transazione del 1966 che, appunto, prevede che nel caso in cui l’ordine non avesse più mantenuto la sede dovesse essere restituito la parte dell’immobile occupata – conclude la nota -. Si tratta dunque di un cammino lungo e probabilmente non privo di difficoltà. Nessuna conseguenza vi sarà in ogni caso per la chiesa – autentico gioiello del barocco – che è e resterà un luogo di culto aperto alla comunità, cosi come per il monastero, l’impegno dell’amministrazione resta quello di operare esclusivamente nell’interesse della città, rispettando i valori e le volontà della nostra benefattrice Berardina Donnorso”.

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