La sua interpretazione nel film di Dino Risi non le è valsa la candidatura agli Oscar ma di sicuro ha contribuito a farla diventare la diva internazionale oggi più amata. Sophia Loren compie 90 anni. Una vita quasi completamente dedicata al cinema, settima arte che l’ha resa una star planetaria. Ma come non ricordare che era agli albori della sua carriera cinematografica, nel 1955, quando ha affiancato l’indimenticato Vittorio De Sica in Pane, amore e…, pellicola ambientata a Sorrento, in particolare presso il borgo dei pescatori di Marina Grande?
Auguri donna Sophia.
Questa la biografia della grande attrice per chi volesse ripercorrere la sua straordinaria carriera.
Sofia Villani Scicolone nasce nel 1934 a Roma, dalla madre Romilda, insegnante di pianoforte, e da padre immobiliarista, che la riconoscerà senza però sposare Romilda. Cresce a Pozzuoli fino all’età di quindici anni, vivendo la guerra da adolescente, finché con la madre non ritorna a Roma. Si fa notare per la prima volta già nel 1950, quando partecipa a Miss Italia vincendo il premio di Miss Eleganza. Nel 1951 l’incontro fondamentale con il produttore Carlo Ponti, compagno di una vita, che per lei lascia anche sua moglie e le spiana una meritata strada nel fervente cinema italiano del periodo, sposandola anche nel 1967.
Nei film del primo periodo, prima che il produttore Goffredo Lombardo suggerisca “Sophia Loren”, compare accreditata prima come Sofia Scicolone, poi Lazzaro fino al 1952. Alcuni titoli di questo periodo, nei quali recita in piccoli ruoli, sono Tototarzan, Luci del varietà, Anna, Un giorno in pretura. Esplode tuttavia nell’immaginario divistico ed erotico degli italiani in Due notti con Cleopatra (1954), al fianco di Alberto Sordi. Da questo momento in poi, sarà difficile non incontrarla sullo schermo.
Sempre nel 1954 è nel cast di Miseria e nobiltà di Mattoli e nell’Oro di Napoli di Vittorio De Sica, un regista che rappresenterà un riferimento per la carriera dell’attrice, insieme all’attore col quale farà coppia fissa sullo schermo, Marcello Mastroianni, incontrato per la prima volta proprio nel 1954 in Peccato che sia una canaglia di Alessandro Blasetti. Forte anche il legame con Dino Risi, che nel 1955 la dirige nel divertente Il segno di Venere, dove recita al fianco di Franca Valeri, nonché in Pane, amore e…, dove prende il posto che fu di Gina Lollobrigida nei film della serie ideata da Luigi Comencini. Della pellicola si ricorda il sinuoso mambo eseguito per sedurre il maresciallo portato sullo schermo da Vittorio De Sica.
Segue una solida parentesi americana, dal 1957 al 1960, quando Sophia mette a segno collaborazioni con registi storici di Hollywood, tra gli altri: Jean Negulesco (Il ragazzo sul delfino), Henry Hathaway (Timbuctù), Delbert Mann (Desiderio sotto gli olmi), Sidney Lumet (Quel tipo di donna). E’ anche partner sullo schermo di Cary Grant nell’umoristico Un marito per Cinzia (1958). L’Oscar però, segno del destino, non arriva non con un film hollywoodiano. La statuetta infatti la vince con il drammatico bellico La Ciociara (1960) di Vittorio De Sica, che di lì a poco la riaccoppia con Marcello Mastroianni per i grandi successi di Ieri, oggi, domani (1963) e Matrimonio all’italiana (1964), quest’ultimo adattamento del “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo: tutti e tre i ruoli le fruttano David di Donatello come miglior attrice protagonista. Poco dopo incrocia l’ultimo film di Charlie Chaplin, che la fa recitare al fianco di Marlon Brando in La contessa di Hong Kong (1967); qualche anno dopo, sarà insieme a Richard Burton in un’altra opera-sipario di una carriera, Il viaggio (1974), ultima regia di Vittorio De Sica e altro David per Sophia.
Negli anni Settanta, la Loren vive di una popolarità ancora forte, grazie a commedie come La moglie del prete (1970, con Mastroianni) e La pupa del gangster (1975), ma il suo commiato “ufficioso” dal cinema rimane il trionfo di Una giornata particolare (1977) di Ettore Scola, ancora diviso sullo schermo con l’amico Marcello Mastroianni. Il lungometraggio le donerà gli ultimi premi non alla carriera: David di Donatello e Globo d’Oro.
Gli anni Ottanta le portano solo ruoli televisivi, prima di un ritorno molto autoironico in Prêt-à-Porter (1994) di Altman, dove con Mastroianni ripete la scena dello spogliarello di Ieri, oggi, domani, e That’s Amore – Due improbabili seduttori (1995), dove scherza con Jack Lemmon e Walter Matthau. Nel 1998 ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera al Festival del Cinema di Venezia, ritirato da Carlo Ponti e dai suoi due figli, Carlo ed Edoardo, che l’ha anche diretta nel suo Cuori estranei del 2002. Nel 2010 ha interpretato il ruolo di sua madre nella fiction La mia casa è piena di specchi.