META. Nessuna attenuante, ma solo tante responsabilità per Francesco Schettino. La procura di Grosseto ha chiesto per lui una condanna a 26 anni di reclusione per il naufragio della Costa Concordia che causò 32 morti all’isola del Giglio il 13 gennaio 2012. Chiesto anche l’arresto per evitare “il pericolo di fuga nelle more del processo”.
Insomma, nessuna attenuante per l’ex comandante originario di Meta di Sorrento. Al contrario, sono entrate in gioco molte aggravanti, che messe tutte insieme hanno portato a un totale di 26 anni e 3 mesi di carcere. È questo il conto salato che la Procura ha presentato a Francesco Schettino. Ma i pubblici ministeri, Maria Navarro, Stefano Pizza e Alessandro Leopizzi non si fidano dell’ex comandante, che ha preferito rimanersene nella sua casa di Meta: “C’è il rischio di fuga”, dice la Procura, chiedendo dunque che Schettino torni subito in carcere dopo la sentenza del tribunale, attesa per i giorni che vanno dal 10 al 15 febbraio. Si è chiusa così una requisitoria durata oltre venti ore, in cui sono arrivate anche acuti da parte dei pm, come quella che ha chiuso la mattinata, quando Stefano Pizza ha definito l’imputato “un incauto idiota”.
“Schettino, un incauto idiota”: i Pm chiedono 26 anni di carcere
