Ieri mattina, 28 ottobre 2025, una delegazione del comitato dell’housing sociale di Sant’Agnello ha avuto un confronto con il prefetto di Napoli, Michele di Bari, alla presenza del sindaco del Comune costiero, Antonino Coppola. L’incontro è avvenuto a margine di una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, a cui era presente anche don Salvatore Abagnale, vicario generale dell’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia, in rappresentanza dell’arcivescovo Francesco Alfano.
“È stata l’occasione per rappresentare il dramma che stiamo vivendo da anni, ancor di più, dopo il decreto di sgombero – spiegano gli assegnatari -. Durante l’incontro con la nostra delegazione il prefetto ci ha comunicato che per l’esecuzione del provvedimento si attenderà fino all’esito della sentenza di primo grado. È un risultato, non risolutivo, ma per noi importante e per niente scontato. Nel contesto attuale, senza più disponibilità economica, senza un’alternativa abitativa, la nostra speranza è di non essere mandati via dalle nostre case, nelle quali abbiamo investito i risparmi di una vita, prima della fine giudiziaria di questa triste storia”.
Le 38 famiglie che abitano gli appartamenti del complesso residenziale di via Monsignor Bonaventura Gargiulo, in sostanza, ritengono positiva l’apertura ad un rinvio da parte dalla Procura di Torre Annunziata, ma chiedono che per l’eventuale rilascio delle case – per le quali hanno già speso tra i 150 ed i 200mila euro ad alloggio – si arrivasse ad una sentenza definitiva per il reato di lottizzazione abusiva. “Solo dopo l’ultimo grado di giudizio sapremo che ci sono dei responsabili ed i loro nomi – chiariscono -. Sarà a loro che, nel caso di condanna, potremo rivolgerci per ottenere il risarcimento dei danni subiti. Perché, è il caso di ribadirlo, noi siamo le vittime in questa vicenda”.
Un concetto che intendono ribadire nel corso della manifestazione in programma venerdì mattina davanti agli edifici dell’housing sociale. “Sarà un’occasione per raccontare le nostre storie, anche a chi non le conosce, anche a chi ancora ha dubbi sulla nostra buona fede – fanno sapere dal comitato -. È un’opportunità per far conoscere un caso che ci vede solo vittime, con l’auspicio di poterlo rappresentare, in futuro, anche in altre sedi. Sarà, e vogliamo che sia, una manifestazione pacifica e invitiamo tutti coloro che parteciperanno a mantenere questa linea. Non vogliamo strumentalizzazioni. Vogliamo far sentire la nostra voce e far vedere ai nostri figli che camminiamo a testa alta per le strade del nostro paese”.
Assegnatari che esprimono gratitudine a quanti si sono attivati per raggiungere un primo significativo risultato: “Ringraziamo il prefetto per la disponibilità all’ascolto e per aver lasciato la porta aperta a futuri confronti – si legge in una nota -. Ringraziamo anche la Procura per averci ascoltato e il sindaco e l’amministrazione comunale per la vicinanza umana, quotidiana e volutamente senza clamore, la curia e quanti si sono spesi in queste settimane per far comprendere la nostra difficoltà e la disperazione di tante famiglie, vista anche l’emergenza sociale e abitativa in penisola sorrentina”.





