Sant’Agnello. Housing sociale, rigettato il ricorso contro lo sgombero

Il ricorso contro lo sgombero presentato dagli avvocati delle 38 famiglie che occupano gli appartamenti di housing sociale di Sant’Agnello è inammissibile. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione nei giorni scorsi.

Un duro colpo per il gruppo di assegnatari – sui 53 totali – che nel 2021, approfittando del temporaneo dissequestro del complesso immobiliare di via Monsignor Bonaventura Gargiulo, decisero di entrare nelle rispettive abitazioni.

Ora per loro si fa di nuovo concreto il rischio di dover lasciare le case, anche se i legali sono impegnati in una mediazione con la Procura di Torre Annunziata quantomeno per verificare la possibilità di un rinvio fino all’esito del processo di primo grado per lottizzazione abusiva che vede sul banco degli imputati imprenditori e tecnici e la cui sentenza è attesa per le prossime settimane.

Si scrive così l’ennesimo capitolo di una vicenda complessa e ricca di colpi di scena che inizia nel 2016 quando viene emanato un bando promosso dal Comune di Sant’Agnello a favore della costruzione di un insediamento abitativo avveniristico e di ultima generazione.

Su oltre 500 partecipanti si sorteggiano i 53 assegnatari dopodiché il responsabile dell’ufficio tecnico comunale rilascia il permesso a costruire all’impresa edile privata Shs, di proprietà dell’imprenditore stabiese Antonio Elefante, per la realizzazione degli appartamenti a destinazione residenziale ed a prezzo calmierato.

Durante l’esecuzione dei lavori i promissari acquirenti finanziano (come previsto dal bando) il 50% del prezzo dell’immobile, per somme che si aggirano intorno ai 160mila euro a famiglia, spalmati nell’arco dei 3 anni in cui il cantiere è operativo.

Poi il colpo di scena. Il 18 febbraio 2020, a qualche giorno dall’inaugurazione e dalla consegna degli alloggi, i palazzi vengono sequestrati dalla Procura di Torre Annunziata e 10 giorni dopo arriva la convalida: l’intervento edilizio è considerato non conforme al Put.

Il 15 maggio 2021 il Tribunale del Riesame valuta il provvedimento illegittimo e concede il dissequestro, tanto che 38 delle 53 famiglie decidono di entrare nelle rispettive case. La Procura presenta ricorso e la Cassazione, il 15 settembre 2021, annulla l’ordinanza di rimozione dei sigilli rinviando il fascicolo al Riesame.

Il 21 marzo 2022 arriva la decisione per il ripristino del sequestro. A luglio 2022 il gip del tribunale di Torre Annunziata dispone la sospensione del provvedimento di sgombero fino a giudizio ed il 10 ottobre 2023 lo stesso giudice emana un’ordinanza con la quale ribadisce il rinvio del rilascio degli immobili fino alla sentenza definitiva, disponendo che l’esecuzione del sequestro fosse affidata ad un amministratore giudiziario.

Il 16 aprile 2024, però, la Cassazione accoglie il ricorso della Procura di Torre Annunziata, rifacendosi all’istituto del “carico urbanistico”. Si arriva così al 26 febbraio di quest’anno con il nuovo gip del Tribunale di Torre Annunziata che revoca l’ordinanza del 2022 con la quale era stata sospesa l’esecuzione dello sgombero dei 38 nuclei familiari, fissando il rilascio degli appartamenti all’esito di un eventuale ricorso in Cassazione.

Ed ora la decisione della Suprema Corte è arrivata a spegnere, forse definitivamente, le speranze delle 38 famiglie che abitano il complesso di housing sociale di Sant’Agnello.

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