SORRENTO. Entra nel Circolo Sorrentino, la sua seconda casa, alla fine del primo tempo di Empoli-Napoli. Volti scuri, nessuno ha voglia di parlare: gli azzurri sono sotto di tre gol. Lui sorride, la sofferenza dei tifosi del Napoli è la sua rivincita. Antonio Fiorentino, 73 anni, “Cazzarola” per gli amici, una settimana dopo rivive quel sorriso con l’amarezza dell’ex tifoso: “Il Napoli era la mia fede, dal 1971, esattamente dal 31 ottobre 1971, ho deciso che non avrei mai più tifato per gli azzurri. Ma non per il Napoli, badate bene, per i napoletani”.
Ma cosa successe il 31 ottobre 1971? “Ho nelle orecchie il boato del San Paolo al gol della Lazio contro il Sorrento. Il mio cuore era diviso tra Napoli e Sorrento, due abbonamenti, ogni domenica al San Paolo. Vivevo il sogno di due squadre nelle massime categorie, ero un supertifoso felice, i distinti del San Paolo il mio regno. Quel boato mi fece odiare i tifosi napoletani, non li ho mai perdonati”. Ma sono passati tanti anni: “Tantissimi, ma quella fu sofferenza vera. Ho udito il loro odio per una squadra della stessa provincia. Un odio scatenato dalla vittoria del Sorrento sul Napoli in Coppa Italia al San Paolo, una partita giocata il 29 agosto del 1971. Al gol di Bozza provai un brivido indimenticabile: ero tifoso del Sorrento con il Napoli nel cuore. Io continuai a tifare Napoli e Sorrento, continuai ad andare al San Paolo ogni domenica.
Gli amici napoletani sugli spalti, già dalla prima di campionato, fecero capire che la scelta del San Paolo per giocare le partite in casa del Sorrento, sarebbe stata punita. E così fu. Un crescendo di tifo contro il Sorrento, poi quel famoso boato che mi rimbomba ancora nelle orecchie”. E da allora niente più serie A? “Mi sono aggrappato ai colori rossoneri, quelli del Sorrento. Quando gioca la serie A guardo il Milan: è la maglia mi attira”. E stasera, c’è Napoli-Milan? “La guardo, ma con quel boato nelle orecchie”.