Custodisce il Dna del nostro paesaggio rurale. È uno dei primi esempi di manifattura umana, presente in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che agricoli, sempre realizzata in perfetta armonia con l’ambiente circostante, e per questo simbolo di una relazione armoniosa fra uomo e natura. Diversi concetti ma che possono essere ricompresi in un’unica parola: arte. Ed è proprio come forma di arte che l’Unesco ha iscritto la pratica rurale dei muretti a secco nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’Umanità. E si è congratulato sul suo profilo Twitter, oltre che con l’Italia, anche con gli altri sette paesi europei che hanno presentato la candidatura: Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.
Un riconoscimento che conferma “ancora una volta come i valori dell’agricoltura siano riconosciuti come parte integrante del patrimonio culturale dei popoli, osserva il ministro delle Politiche agricole e del Turismo, GianMarco
Centinaio. E che rappresenta al tempo stesso, per la Coldiretti, “il lavoro di generazioni di agricoltori, impegnati nella lotta al dissesto idrogeologico provocato da frane, alluvioni o valanghe”.