I limoni di Sorrento ottengono la certificazione “Global-Gap” e sbarcano nelle reti della grande distribuzione

SORRENTO. Dopo il marchio di Igp (Indicazione geografica protetta) i limoni tipici della penisola sorrentina ottengono un nuovo attestato di qualità.

 

Da alcuni giorni quattro aziende agricole, tre di Sorrento ed una di Massa Lubrense, possono fregiarsi della certificazione “Global-Gap”, che sancisce la “Buona prassi agricola” seguita per le coltivazioni. Uno standard che garantisce una via d’accesso privilegiata nella grande distribuzione organizzata. Le aziende della Gdo, infatti, sono sempre più alla ricerca di prodotti che nascono da una cura particolare.

L’attestazione della “Global-Gap”, rilasciata dopo un accurato screening degli agrumeti da parte di esperti, ha proprio lo scopo di certificare che vengono attuati severi controlli sulla produzione. Le aziende agricole per poter ottenere questo marchio di qualità devono attenersi scrupolosamente ad una serie di adempimenti: rintracciabilità e autocontrollo interno; buone pratiche agricole (gestione del terreno, varietà e porta-innesti, difesa colture, irrigazione, raccolta e manipolazione dei prodotti, ecc.); aspetti ambientali (gestione dei rischi di inquinamento, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti); aspetti legati alla salute, sicurezza e condizioni di lavoro della manodopera. Una particolare attenzione è prevista anche per quanto riguarda gli Ogm e l’utilizzo di fertilizzanti.

“Grazie a questa certificazione di qualità – spiega Antonino Fiorentino, uno dei produttori di limoni della costiera che ha ottenuto il marchio “Global-Gap” – per noi si aprono nuove ed interessanti prospettive, soprattutto in relazione alla vendita dei nostri agrumi a catene che esportano anche all’estero. Fuori dall’Italia, infatti, i limoni di Sorrento sono particolarmente apprezzati, purché vengano rispettati precisi standard produttivi”.

Il “Global-Gap” si è imposto nell’ultimo decennio quale elemento chiave di riferimento per l’applicazione delle Buone Pratiche Agricole (le Good Agriculture Practices, appunto) sul mercato globale, trasferendo e interpretando le richieste dei consumatori in requisiti per la produzione agricola.

Nato in Europa per il settore dell’ortofrutta, lo standard si è diffuso in tutto il mondo assumendo, quindi, i connotati globali ed ampliando il raggio d’azione a tutte le varietà vegetali ed anche a produzioni animali come latte, carne e prodotti ittici, oltre che ai relativi mangimi.

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