SORRENTO. Il cappellino di lana sempre in testa, la pelle bruciata dal sole, le mani solide pronte ad afferrare cime o a salpare ancore. Giuseppe Stinga, l’uomo del porto di Sorrento, ha lasciato un vuoto incolmabile tra coloro che frequentano la Marina Piccola. Se ne è andato in punta di piedi, così come è vissuto: sempre discreto, mai invadente, sempre pronto ad ascoltare più che a parlare. Un lupo di mare vero, gli bastava uno sguardo per capire se chi era al timone aveva bisogno di 4 o 20 parabordi per attraccare. Ma lo faceva con discrezione senza mai mettere in imbarazzo: chi va per mare – diceva – va accudito non rimproverato. Peppe negli ultimi anni aveva trovato un secondo rifugio, il Circolo Sorrentino in piazza Tasso. Anche lì, con la sua solita discrezione ha impartito lezioni memorabili agli amici del tavolo di “perdino”.
Ciao Peppe.
Alla famiglia Stinga le più sentite condoglianze di SorrentoPress.
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