Appello del Wwf: “Evitiamo i botti, pensiamo agli animali”

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Si stima che ogni anno in Italia almeno 5mila animali muoiano a causa dei botti di fine anno. Di questi circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto uccelli, tra i quali non mancano casi di rapaci, che spaventati perdono il senso dell’orientamento ed effettuano una fuga istintiva rischiando di colpire un ostacolo a causa della scarsa visibilità. Altri abbandonano il loro dormitorio invernale, vagano anche per chilometri, e non trovando altro rifugio muoiono per il freddo a causa dell’improvviso dispendio energetico a cui sono costretti in una stagione caratterizzata dalla scarsità di cibo che ne riduce l’autonomia. A ciò va aggiunto anche lo stress indotto dai botti e dagli effetti pirotecnici, anch’esso causa di morte frequente.

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Inoltre tali fuochi artificiali, per il loro peso in termini quantitativi e qualitativi, sono fonte d’immissione di gas e particolati atmosferici. Infatti pochi sanno che la qualità degli inquinanti prodotti negli scoppi è particolarmente nociva, contenendo valori non trascurabili di potassio, stronzio, bario, magnesio, alluminio, zolfo, titanio, manganese, rame, cromo e piombo.

In questa fase di stabilità termica, considerato che l’incremento delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera dipende dalle condizioni meteo, è importante limitare al massimo, o vietare, lo scoppio dei fuochi per garantire il benessere delle persone. Infine in concomitanza col periodo delle festività natalizie, sono previsti significativi flussi turistici e, dato anche il momento di eccezionale siccità, l’esplosione di petardi o di fuochi artificiali potrebbe dar luogo a pericolosi incendi.

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“Negli ultimi anni – scrive Claudio d’Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno – un numero sempre crescente di persone ci ha segnalato i gravi disagi e le sofferenze patite dai loro animali, che al rumore dei fuochi di Capodanno impazziscono e corrono il rischio di subire gravi conseguenze. I fuochi artificiali sono infatti causa di morte, ferimenti e traumi per animali domestici e selvatici. Inoltre essi contribuiscono ad innalzare il livello d’inquinamento dell’aria nelle ore e nelle giornate immediatamente successive ai fuochi, con particolare riferimento alle polveri sottili. È necessario evitare tale pratica poiché il danno è amplificato proprio dalla simultaneità dell’evento, quando l’intero territorio è “bersagliato” da esplosioni pirotecniche. Sappiamo che serve coraggio per rompere una tradizione che va avanti da anni, ma bisogna iniziare a dare l’esempio. Proviamo a sostituire i botti con delle più poetiche e pacifiche lanterne a cui affidare i propri desideri e gli auspici per l’anno che sta per cominciare e, magari, devolviamo in beneficienza e alle associazioni i soldi risparmiati. L’ultimo giorno dell’anno potrà di sicuro essere rallegrato da spettacoli dal vivo e buona musica, ma niente botti”.

Sono sempre di più le città italiane in cui apposite ordinanze bandiscono i botti di Capodanno per privilegiare la sicurezza del centro e dare un chiaro segnale di attenzione verso il mondo degli animali. A Pescara ad esempio l’ordinanza del sindaco vieta i botti dal 21 dicembre fino al 7 febbraio, mentre a Cortina d’Ampezzo sono proibiti i fuochi d’artificio non solo per capodanno ma per le ricorrenze e le festività durante tutto l’arco dell’anno. In penisola sorrentina in prima linea contro i botti di capodanno troviamo i Comuni di Vico Equense e Sant’Agnello.

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Nelle ordinanze si vieta “l’accensione ed i lanci di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti, razzi ed altri artifici pirotecnici in tutte le vie, piazze o aree pubbliche dove transitano o siano presenti delle persone” in considerazione degli “oggettivi pericoli per le persone, dei rumori molesti causa di disagio e oggetto di lamentele da parte di molti cittadini e del fatto che botti, petardi e fuochi sono causa di stress, morte, ferimenti e traumi per cani, gatti, animali domestici ed uccelli”

Lo scoppio dei fuochi artificiali in piena notte causa agli animali danni inimmaginabili; negli uccelli un botto causa uno spavento tale che li induce a fuggire dai dormitori (alberi, siepi e tetti delle case), volando al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire sfracellati contro qualche muro, albero o cavi elettrici; quelli che riescono ad atterrare o a posarsi in qualche albero spesso muoiono assiderati a causa delle rigide temperature invernali ed alla mancanza di un riparo.

Nei gatti, e soprattutto nei cani, un botto crea stress e spavento da indurli a fuggire dai propri giardini e recinti, per scappare dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio. Negli animali degli allevamenti come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare nelle femmine gravide addirittura l’aborto da trauma da spavento.

Va ricordato che cani, gatti e piccoli animali domestici si spaventano quasi a morte per i botti della notte di San Silvestro; ciò è dovuto in particolare alla loro soglia uditiva infinitamente più sviluppata e sensibile di quella umana. L’uomo ha un udito con una percezione compresa tra le frequenze denominate infrasuoni, intorno ai 15 hertz, e quelle denominate ultrasuoni, sopra i 15mila hertz. Cani e gatti, invece, dimostrano facoltà uditive di gran lunga superiori: il cane fino a circa 60mila hertz mentre il gatto fino a 70mila hertz.

“Non utilizzare i botti sarà un segno di civiltà e sensibilità anche nei confronti di tutti gli operatori, in particolar modo i vigili del fuoco, che il primo dell’anno devono intervenire per interventi di soccorso di animali rifugiatisi in ogni dove, per non parlare dei gravi incidenti provocati alle stesse persone. Non va dimenticato che le forze dell’ordine possono applicare nei confronti di tutti l’articolo 703 del Codice Penale, che recita: “Chiunque, senza la licenza dell’Autorità, in un luogo abitato o nelle sue adiacenze, o lungo una pubblica via o in direzione di essa (…) accende fuochi d’artificio, o lancia razzi (…), o in genere, fa accensioni o esplosioni pericolose, è punito con l’ammenda fino a euro 103, se il fatto è commesso in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell’arresto fino a un mese”. Occhio, dunque, perché si rischia grosso.

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