Dal 18 aprile al 20 luglio il Pan – Palazzo delle Arti di Napoli ospita la mostra “Andy Warhol. Vetrine”. Il titolo della mostra, nasce dall’esposizione al pianterreno di Palazzo Roccella di un nutrito gruppo di opere su carta, tratto dalla serie “Golden Shoes”, realizzata da Warhol all’inizio della sua carriera a New York quando, a metà degli anni 50, lavorava come grafico pubblicitario e vetrinista per i negozi di Madison Avenue. Analogamente, chiude la mostra la presentazione di serigrafie delle Campbell’s soup e dei Camoufflage, “scatole-scultura” e t-shirt realizzate dalla Andy Warhol Foundation for the Visual Arts in sintonia con la volontà dell’artista, che aveva inseguito il suo sogno di popolarità attraverso la moltiplicazione seriale delle proprie opere, in un’inedita competizione con le tecniche di produzione industriale e le regole della grande distribuzione.
La rassegna raccoglie 150 opere e rivolge particolare attenzione al rapporto che legava Andy Warhol a Napoli, nato a metà degli anni 70 grazie all’amicizia con il gallerista Lucio Amelio. Il percorso espositivo si snoda, infatti, attraverso i ritratti dei personaggi noti della città, che l’artista ebbe modo di conoscere durante le sue visite in Italia, quali Graziella Lonardi Buontempo, Ernesto Esposito, Peppino di Bernardo e naturalmente Joseph Beuys, oltre alle vedute partenopee delle sue Napoliroid. Proprio all’amicizia con Lucio Amelio si deve la nascita del suo più noto e monumentale headline work, “Fate presto” basato sulla prima pagina del Mattino del 23 novembre 1980, il cui strillo trasformava in notizia l’evento drammatico del terremoto dell’Irpinia, che per la sua distruttiva violenza impressionò l’artista, tanto da ispiragli, qualche anno più tardi, una nuova serie di lavori, “Vesuvius”, in cui l’immagine del vulcano, uno dei temi classici dell’iconografia locale, viene replicata ossessivamente in colori diversi.