Ada affetta da Sla chiede il suicidio assistito, l’Asl Napoli 3 Sud: Impegnati per dare risposta rapida

Nei mesi scorsi una donna che risiede nel territorio di competenza dell’Asl Napoli 3 Sud ha chiesto di accedere alla procedura per il suicidio medicalmente assistito. La paziente, Ada, 44enne della provincia partenopea, è affetta da Sla ed il suo caso ha destato molto scalpore anche perché l’Azienda sanitaria in prima battuta ha stabilito la mancanza di alcuni requisiti bocciando la domanda.

Una vicenda approdata anche in Tribunale con una accordo tra le parti per una nuova istruttoria. Ora, però, Ada ha affidato ad un video il suo appello. “In meno di 8 mesi la malattia mi ha consumata – spiega attraverso la voce della sorella -. Con una violenza fulminea mi ha tolto le mani, le gambe, la parola. La vita è una cosa meravigliosa finché la si può vivere e io l’ho fatto. Ho vissuto con ardore gioie e dolori, e ho sempre combattuto per quello in cui credo, come la libertà di scelta. Mi sono rivolta alla mia Asl, coinvolgendo anche il tribunale, chiedendo ora quella libertà per me stessa: poter scegliere una vita dignitosa e una morte serena, vicino alla mia famiglia, nel mio Paese, quando la mia condizione diventerà definitivamente insopportabile. Ho intenzione di combattere per questo diritto finché ne avrò le forze. Ma quanto è crudele dover sprecare le ultime forze per una guerra?”.

A stretto giro arriva la replica dell’Asl Napoli 3 Sud che, attraverso una nota, ricorda che la prima domanda di accesso alla procedura di suicidio medicalmente assistito da parte ddi Ada era stata legittimamente respinta in quanto non sussistevano due dei quattro requisiti previsti dalle sentenze n. 242/2019, n. 135/2024 e n. 55/2025 della Corte Costituzionale.

“Invero, da un lato, non si trattava di “persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale” e, dall’altro, la patologia irreversibile di cui è affetta la signora non era “fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili”, anche tenuto conto che la paziente, nel corso della visita effettuata il 25 marzo 2025 dalla Commissione tecnica multidisciplinare permanente (CTMP) istituita dall’Asl Napoli 3 Sud, aveva espresso “la volontà di vivere”, in contrasto con la suddetta richiesta – chiariscono dall’Azienda sanitaria -. Poi, nell’ambito del contenzioso attivato dalla signora contro l’Asl Napoli 3 Sud (assistita dall’avvocato Vincenzo Pansini), il 14 agosto 2025, si è raggiunto un accordo giudiziale dinanzi al Tribunale di Napoli, all’esito del quale la paziente ha ripresentato nuova domanda di accesso alla procedura di suicidio medicalmente assistito, corredata da documentazione medica aggiornata per dimostrare l’aggravamento delle sue condizioni psicofisiche”.

L’Asl Napoli 3 Sud ha immediatamente preso in carico anche la seconda domanda e subito convocato la Ctmp, che ha visitato ancora una volta la signora Ada presso il suo domicilio l’11 settembre 2025.

“La Ctmp, a seguito di complessi approfondimenti istruttori, il 25 settembre 2025, ha trasmesso la relazione al Comitato Etico Territoriale (Cet) competente, che nello stesso giorno ha chiesto di esaminare le riprese audiovideo della visita medica – aggiunge la nota -. Il Cet Campania 2, dopo aver acquisito il consenso espresso da parte della paziente all’esame delle riprese audio video, ha studiato la copiosa documentazione anche attraverso la Commissione tecnica interdisciplinare. All’esito della seduta del 2 ottobre 2025, il Cet Campania 2 ha espresso il proprio parere, obbligatorio, ma non vincolante, trasmettendolo all’Asl Napoli 3 Sud il 3 ottobre 2025 (ieri pomeriggio)”.

La Ctmp dell’Asl Napoli 3 Sud, dunque, a breve assumerà la propria decisione finale, comunicandola alla paziente.

“Come si vede, l’iter è molto complesso e il caso è particolarmente delicato, anche tenuto conto che sorgono ancora forti dubbi sulla effettiva configurabilità di uno (“persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”) dei quattro requisiti previsti dalle citate sentenze della Corte Costituzionale – conclude l’Azienda sanitari -. Orbene, in caso di accoglimento della domanda, l’Asl Napoli 3 Sud dovrà poi determinare le modalità di esecuzione della procedura di suicidio medicalmente assistito, con oneri a carico del Servizio sanitario regionale. Qualora, non si dovessero ritenere sussistenti tutti i quattro requisiti, la domanda sarà respinta. In entrambi i casi, l’Asl Napoli 3 Sud, la Commissione tecnica multidisciplinare permanente (Ctmp) e il Comitato Etico Territoriale competente (Cet Campania 2) con la Commissione tecnica interdisciplinare hanno lavorato assiduamente per definire in tempi rapidissimi la vicenda nell’interesse della paziente”.

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