A Piano di Sorrento si ricorda il terremoto dell’80

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PIANO DI SORRENTO. Nel giorno in cui ricorre il 35° anniversario, lunedì 23 novembre la città ricorderà, in due momenti, il terribile sisma del 1980 che provocò 2735 morti di cui 11 sul territorio comunale.

Alle 18:30 l’amministrazione comunale presenzierà in veste ufficiale alla celebrazione eucaristica in memoria delle vittime del terremoto che si svolgerà presso la Basilica pontificia di San Michele Arcangelo. A seguire, alle 19:34, orario in cui la terra iniziò a tremare 35 anni fa, insieme al Coordinamento cittadino delle Confraternite di Piano di Sorrento, promotore dell’iniziativa patrocinata dal Comune, verrà collocata una lapide commemorativa, in via delle Rose, ad angolo con via Carlo Amalfi, lì dove lo scorso ottobre è stato collocato “L’Ulivo della Pace” in sostituzione del carrubo piantato nel 2003 dai Sodalizi cittadini in segno di pace e fratellanza e divelto a causa di violenti agenti atmosferici lo scorso marzo.

“Abbiamo inteso solennizzare questo gesto – scrivono i priori Lino Bagno, Michele Gargiulo, Giuseppe Cuccaro, Luigi De Maio e Biagio Verdicchio – in un giorno significativo per la penisola sorrentina, che ogni anno il 23 novembre si stringe intorno al ricordo, e in considerazione del particolare momento storico che stiamo vivendo che rende ancora più attuale la necessità di dare un messaggio di pace e di riconoscersi in un simbolo di essa”. La frase posta su pietra è di Gandhi: “Sono un incorreggibile ottimista. Il mio ottimismo si fonda sulla mia convinzione che ogni individuo ha infinite possibilità di sviluppare la nonviolenza. Più l’individuo la sviluppa, più essa si diffonderà come un contagio. Che a poco a poco contaminerà tutto il mondo”.

In serata, invece, alle ore 20, presso il centro culturale comunale di via delle Rose, si terrà un incontro di approfondimento che prevede due sessioni: la proiezione del documentario “90 secondi” e le riflessioni del geologo Ettore Mastrogiacomo sul tema del rischio sismico.

Il progetto cinematografico porta la firma di Angelo Farina e del regista Giuseppe Rossi. Per la prima visione al pubblico, nel 2010, venne scelto simbolicamente l’Istituto Francesco De Sanctis a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei centri più colpiti dal terremoto dell’Irpinia. Novanta secondi – da qui il titolo dell’opera – è la durata della simulazione sismica con cui il documentario si apre, continuando poi la narrazione con filmati di repertorio e fotografie inedite, oltre alle testimonianze dirette di chi ha vissuto quei momenti in prima persona, dai cittadini ai politici che all’epoca ebbero l’onere di mettere in campo forze e sforzi economici, culturali e ambientali per la rinascita del territorio.

Il dottor Ettore Mastrogiacomo, poi, metterà a disposizione la sua esperienza umana, come volontario nelle operazioni del 1980, e professionale in qualità di geologo consegnando ai presenti le proprie riflessioni sul rischio sismico, sulle manovre salvavita in caso di terremoto e sull’importanza della prevenzione strutturale degli edifici.

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