Condannato a 6 anni il direttore della filiale di Seiano del Monte Paschi

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VICO EQUENSE. Avrebbe truffato una cinquantina di clienti della banca Monte Paschi di Siena, condannato l’ex direttore della filiale. Alfonso Turci, il 50enne che dirigeva la filiale Mps di Seiano, era finito a processo con le accuse di truffa, falso, ricettazione e violazione delle norme bancarie. L’accusa rappresentata dal pubblico ministero Silvio Pavia aveva chiesto per lui la condanna a tre anni e mezzo di reclusione, ma il giudice monocratico Emanuela Cozzitorto del Tribunale di Torre Annunziata ha deciso di emettere una sentenza di condanna a 6 anni con interdizione dai pubblici uffici e pesante multa, per la maxi truffa da un milione e 300mila euro.

Secondo l’accusa, insieme con un intermediario (il 57enne Raffaele De Gennaro, che aveva già patteggiato una pena di un anno e 8 mesi), Turci avrebbe aperto decine di conti correnti, spesso addirittura all’insaputa del cliente, per poi mettere in pratica la truffa. Il tutto promettendo finanziamenti a tassi agevolati che avrebbero permesso di “cambiare la vita” al richiedente. Un escamotage per mettere in atto il raggiro, ricostruito dagli inquirenti in maniera minuziosa.

Le vittime sono tutte residenti tra Vico Equense e Meta, in gran parte disoccupati, nullatenenti e addirittura detenuti, in ogni caso quasi tutti in difficoltà economiche e fiduciosi di poter avere una boccata d’ossigeno grazie al consulente. Più della metà delle oltre 50 persone coinvolte non sapeva nemmeno dell’apertura di un conto corrente, altri avrebbero detto di aver ricevuto un “regalo” da Turci per diventare cliente Mps.

In pratica, De Gennaro avrebbe avuto il ruolo di procacciare i clienti, i quali fornivano documenti e autorizzazioni che venivano utilizzati per l’apertura di conti correnti presso la filiale di Seiano della banca. Con i mutui sarebbe avvenuto il massimo guadagno: sui conti correnti arrivavano le somme pattuite, e a quel punto avveniva lo spostamento di denaro. Inoltre, alle vittime venivano concessi dei fidi bancari fino a 9mila euro, che duravano meno di 90 giorni, così da scongiurare ispezioni dalla sede centrale, mentre Turci e De Gennaro riuscivano a spostare, versare e prelevare ingenti somme, e persino ad ottenere prestiti con documenti falsi.

Tanti piccoli dettagli che permettevano il passaggio di denaro da un conto all’altro, una movimentazione che al momento opportuno garantiva la facile sottrazione di somme liquide a Turci e De Gennaro. I soldi in contanti che ammonterebbero a oltre un milione di euro sarebbero stati portati via falsificando le firme dei clienti, costruendo così un raggiro milionario perpetrato tra il 2008 e il 2010 in danno a molti risparmiatori della penisola sorrentina.

Per Turci, l’avvocato di parte civile Luigi Alfano aveva addirittura chiesto “la condanna all’ergastolo, perché l’imputato ha truffato decine di persone indigenti e in difficoltà, senza farsi scrupoli”. Il legale, infine, ha chiesto che alle vittime del raggiro venga riconosciuto l’annullamento della passività, mentre ha inviato una lettera alla Banca d’Italia per spiegare la situazione di grossa difficoltà in cui si trovano molti suoi assistiti. “A distanza di 6 anni abbiamo ottenuto giustizia – conclude l’avvocato Alfano – ora vogliamo che venga riconosciuto il giusto risarcimento alle tante persone danneggiate”.

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