Compie 10 anni il restauro della «Fontana dei Delfini» di Vico Equense

Fontana dei Delfini di Vico

È stato l’intervento che ha restituito l’antico splendore al centro cittadino di Vico Equense. Si tratta del restauro dell’ottocentesca «Fontana dei Delfini» di piazza Umberto I.

Lavori che si conclusero esattamente 10 anni fa, il 21 dicembre del 2002, consegnando alla città le meravigliosa vetrina costituita dalla nuova piazza appena rinata. Da quel giorno la fontana è ridiventata il cuore pulsante di Vico Equense, contribuendo anche a modificare in modo sostanziale la vita sociale che si sviluppa intorno ad essa. Nel XIX° secolo i cittadini vicani, stanchi della cronica mancanza d’acqua, chiesero la possibilità, da parte della Real Cassa di Amministrazione, di far costruire nel mezzo del paese una fontana pubblica. Nel 1838 ebbe inizio la procedura con la gara d’appalto e la sottoscrizione del progetto. L’acqua sarebbe servita anche per l’abbeveraggio dei cavalli. L’Architetto Raffaele Spasiano la volle ornata di delfini, eseguiti in pietra di taglio di Caserta, detta bianca, e non più di piperno, come aveva affermato nel primo progetto, con pareti interne di intonaco di lapillo e mazzocchia e con un rivestimento di fabbrica con schiuma del Vesuvio e pozzolana vulcanica e con uno scalino in pietrarsa. L’anno di consegna della fontana, il 1844, è inciso sulla base di uno dei delfini.

Negli anni del secondo dopoguerra, tra il 1952 e il 1953, poiché i carri e gli stessi cavalli bloccavano la piazza e la strada che portava verso la costiera, l’allora sindaco Giuseppe Attanasio, insieme all’assessore Frevola, decise di interrare la fontana e di far costruire attorno ad essa un muretto sovrastato da una ringhiera, in modo tale che nessuno potesse più avvicinarsi. L’opera dell’architetto Raffaele Spasiano venne stravolta. L’incuria la lasciò ricoprire di calcare su cui nacquero erbe e muschi. Fu poi riportata alla sua originale bellezza dall’amministrazione cittadina, nel 2002, su iniziativa dell’ufficio di pianificazione territoriale e progettazione urbanistica del Comune di Vico Equense. «Anche sotto il profilo delle risorse umane, – ricorda il vice sindaco Benedetto Migliaccio, all’epoca del restauro conservativo assessore alla Programmazione urbanistica, così come oggi – l’intervento fu innovativo: il restauro fu interamente pensato, disegnato, progettato e realizzato in casa».

La grande festa pubblica del 21 dicembre 2002 restituì alla città il suo monumento più caro; una coreografia semplice, ma efficace, vide sollevare l’immenso telo azzurro che ricopriva la fontana dalle braccia di decine di cittadini, e l’apparire lento dell’opera d’arte appena restaurata fu salutato dallo splendido accompagnamento musicale del dj Fabio Zotti, dalla cerimonia religiosa e da una città finalmente unita attorno al suo simbolo più caro.

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