Cartolina recapitata a Capri dopo 43 anni, inchiesta delle Poste

Da Roma ad Anacapri ci son voluti 43 anni. Da Capri a Civitanova Marche solo 10. Le cartoline illustrate come forme fàtiche di saluto e di affetto si usano sempre di meno. Ogni loro apparizione, nell’era del selfie in diretta sui social, è un’irruzione del passato nel presente. Vedersele, poi, recapitare con ritardi da gasteropodi suscita un sorriso, genera un sobbalzo, ma anche molte domande. Ma la cartolina ricevuta la scorsa settimana da Tilde Verbena ad Anacapri (ma pure quella avuta, sempre la scorsa settimana, dal ristoratore marchigiano Luca Stefoni) sono un autentico giallo. Soprattutto la prima, per la quale Poste Italiane, ha fatto un’informale inchiesta interna per capire cosa sia accaduto, perché, a essere buoni, sembra di essere precipitati nel favoloso mondo di Amelie, sebbene dietro ritardi decennali, possano celarsi faccende molto più concrete. Dubbi e sospetti.

Va subito precisato che dagli uffici della Posta Centrale di piazza Matteotti non esce nessuna risposta definitiva e ufficiale. Piuttosto una ridda di ipotesi attorno a poco certezze. Ritardi se ne registrano, certo, ma in casi eccezionali, dicono, di qualche mese. A una prima analisi la cartolina recapitata a Capri, secondo i tecnici di Poste Italiane, manca della stampigliatura che da oltre vent’anni reca tutta la corrispondenza che passa attraverso le macchine del Centro di Meccanizzazione Primaria (Cmp). Una sorta di codice a barre, molto largo, che monitora il percorso di lettere, cartoline e affini. Il Cmp di Napoli, un enorme fabbricato di via Galileo Ferraris che deborda fino a via Benedetto Brin e via Sant’Anna alle Paludi, e il corrispettivo romano, hanno più di vent’anni. Se la cartolina arrivata alla Verbena fosse passata recentemente attraverso la «grande lavatrice», che seleziona e smista in base al Codice di Avviamento Postale (Cap), recherebbe la stampiglitura. Se non ce l’ha significa che aveva già superato da almeno 20 anni questo passaggio.

Doveva giacere a Capri, quindi, dove potrebbe essere scivolata dietro qualche scrivania, uno scaffale, in un interstizio qualunque. Ma secondo gli 007 delle Poste, pure questa sarebbe un’ipotesi fragile: non solo in 43 anni gli uffici dell’isola hanno subito diverse ristrutturazioni e la cartolina smarrita sarebbe venuta fuori, ma sulla corrispondenza che approda a Capri c’è sempre stata una forte attenzione, per la recente concorrenza di altri vettori e corrieri (soprattutto per quanto concerne la consegna delle bollette per il consumo idrico), sia perché l’utenza è molto esigente. Senza considerare, sussurrano, che se venisse fuori misteriosamente una cartolina vecchia di quasi mezzo secolo, si eviterebbe di recapitarla, evitando di esporsi tafazzianamente a tutto quanto potrebbe scatenarsi e s’è puntualmente scatenato. Nel cestino, e chi s’è visto s’è visto. Una cartolina di saluti non cambia la vita.

Ma c’è di più, il postino di Anacapri non ricorderebbe di aver mai consegnato la cartolina dello scandalo. Quel giorno nella strada della destinataria c’è andato solo a portare un raccomandata. Se una cartolina fosse passata per le sue mani ne avrebbe conservato memoria, perché ormai sono così rare da essere immediatamente notate. E non sarebbe stata notata neanche dall’addetto allo smistamento della posta che ad Anacapri viene fatta da una singola persona. Tra l’altro, il peso del carico di lavoro per la corrispondenza, tra email, messaggistica immediata, e tutta la comunicazione 4.0 è in picchiata. Le montagne di posta inevasa sono un ricordo lontano. Tantomeno, in un ufficio di modesta grandezza come quello di piccoli centri.

Da dove è spuntata la cartolina romana? C’è sempre la possibilità di una bufala. Non andrebbe completamente esclusa. Magari, anzi quasi sicuramente, in buona fede. Lo smistamento della posta nei centri di meccanizzazione avviene in modo automatizzato. L’occhio della macchina controlla solo se il francobollo non è reincollato e se c’è il cap. Altrimenti viene bloccata è controllata a mano da un addetto. Una cartolina riciclata, spedita per scherzo, rischia di non essere riconosciuta. Passa indenne attraverso la macchina e arriva a destinazione. Ma se fosse così avrebbe la stampigliatura. L’unica certezza è che si tratta di un saluto arrivato dal passato remoto e che se fosse stata un’ingiunzione di pagamento (che ha altri vettori) non avrebbe accusato ritardi.

di Pietro Treccagnoli da Il Mattino

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