Schettino ribatte alle accuse avanzate dalla procura di Grosseto

META. Schettino non ci sta. Due giorni fa la procura di Grosseto ha avanzato al gup Pietro Molino la richiesta di rinvio a giudizio a carico dell’ex comandante della Costa Concordia per i reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio ed abbandono di nave.

Decisione legata, secondo il procuratore capo della città Toscana, Francesco Verusio, “alla smisurata responsabilità di Schettino e la impressionante serie di errori commessi in tutte le fasi della vicenda, a partire dalla manovra scellerata e fino alla criminale gestione dell’emergenza, conclusasi con l’abbandono della nave e delle persone, inermi e terrorizzate, a bordo”.

Ora Schettino passa al contrattacco. “Tutte le ricostruzioni hanno dimostrato che se non avessi gestito in quel modo l’emergenza – afferma l’ex comandante – la nave si sarebbe inabissata di poppa dopo le 23, portandosi dietro migliaia di persone. È pertanto inaccettabile parlare di crimine”.

Francesco Schettino, dunque, difende il proprio operato, affermando anche che “è stato accertato e confermato da testimonianze come io abbia cercato di risalire ben due volte, continuando, comunque, a coordinare lo sbarco da terra”.

Sarà, comunque, il gup Molino, nelle prossime ore, a decidere se l’ex comandante dovrà essere processato per i reati ipotizzati dalla procura di Grosseto.

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