La Concordia sarà smantellata a Genova, fuori gioco i porti della Campania

Gli assicuratori inglesi danno il loro placet alla decisione della società armatrice: la Concordia si smantellerà in Italia, a Genova per la precisione. Le pressioni del governo Renzi sulla Costa hanno avuto il loro effetto: niente Turchia, l’affare è troppo ghiotto per la cantieristica italiana, si può assicurare lavoro per oltre un anno ai cantieri specializzati nelle demolizioni.

E la scelta è caduta su Genova, uno scalo dove – come ha precisato lo stesso presidente dell’Autorità Portuale, Luigi Merlo – si lavora da mesi per arrivare alla definizione con un piano industriale pronto. Regione, Autorità Portuale, Autorità Marittima e aziende hanno lavorato in perfetta sinergia: il progetto prevede un primo ricovero della Concordia a Genova Voltri, l’unica banchina capace di assicurare un pescaggio di 18,50 metri, quello richiesto per l’ingresso del relitto. A questa banchina la nave verrà alleggerita delle infrastrutture interne in modo da portare il pescaggio ad una quindicina di metri e consentire così il trasferimento a Levante dove insistono i cantieri per le riparazioni e il superbacino capace di accogliere lo scafo.

Un po’ quello che doveva succedere a Napoli: l’ipotesi messa in campo, infatti, prevedeva il primo ricovero della nave a Napoli e il successivo trasferimento, dopo essere stata alleggerita, a Castellammare di Stabia. Ma a Genova si è lavorato in sinergia, a Napoli, invece, l’ipotesi concreta non è stata neanche formalizzata.

E oggi l’orgoglio di Genova emerge in tutta la sua forza nelle dichiarazioni del presidente dell’Autorità Portuale, Luigi Merlo. “Lo smaltimento del relitto sarebbe motivo di orgoglio per noi e anche per la città, perché farebbe emergere la vera immagine di città laboriosa, capace e onesta, una cosa importante soprattutto per la città, che in questo momento è umiliata da terribili storie di malaffare. Noi – dice Merlo – abbiamo lavorato seriamente per essere pronti a questa eventualità. Vedremo in Conferenza dei Servizi, credo che non ci abbiano invitati per fare un giro di piacere ma è evidente che si valuterà un progetto che riguarderà la nostra realtà. Dal punto di vista infrastrutturale il Porto di Genova è pronto ad accogliere la nave. Siamo adeguati senza dover spendere un euro di risorse pubbliche – prosegue Merlo – il porto era già pronto. Genova è la capitale dell’economia del mare e quindi credo che nessuno si possa stupire se è tra i soggetti accreditati per svolgere questo intervento. Qui sono presenti tutti i servizi tecnici e nautici necessari, non c’è bisogno di importare nulla, e ci sono tutte le infrastrutture necessarie”.

Anche Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria è ottimista: “Nei contatti che ho avuto di recente non vengono segnalate questioni che devono ancora essere risolte. Ho sentito anche il presidente della Toscana, Rossi, che ha un atteggiamento molto corretto. Mi ha detto che fino a quando è possibile che la cosa abbia una ricaduta positiva sulla Toscana loro ci lavorano; nel momento in cui si dovesse arrivare alla conclusione che la scelta è tra Genova e la Turchia loro sarebbero con Genova”. La svolta sta tutta nel fatto che la Concordia, alla fine, verrà considerata un relitto e non un rifiuto così come avrebbe voluto la Toscana per conservare il diritto di scelta sullo smaltimento.

Anche il ministro delle Infrastrutture Lupi avvalora la scelta italiana: “Posso confermare – ha detto – che, grazie al lavoro del prefetto Gabrielli, in collaborazione con l’armatore Costa, il ministero delle Infrastrutture e il ministero dell’Ambiente, lo smaltimento della nave avverrà in un porto italiano. La decisione verrà presa in una conferenza dei servizi che sarà convocata prossimamente”.

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